Barcolana: posticipare il Nautico? Una scelta che danneggia tutti


Non ci voleva certo un indovino, tanto che lo avevamo predetto anche noi tra queste pagine: con lo slittamento della 60° edizione del Salone Nautico di Genova (programmata dal 17 al 22 settembre, è stata posticipata tra il 1° al 6 ottobre con la possibilità di estendere la durata dell'evento a 9 giorni, da sabato 3 a domenica 11 ottobre), torna il conflitto di date con la Barcolana in programma l'11 ottobre, ma abitualmente aperta col suo Villaggio dai primissimi giorni del mese.
E così è stato. Al comunicato stampa diffuso da Ucina il 9 aprile, segue, il giorno successivo, quello della Società Velica di Barcola e Grignano e Barcolana srl che si dicono basiti "nell’apprendere le unilaterali decisioni di Confindustria Nautica e del CdA dei Saloni Nautici che modificano le date della prossima edizione del Salone di Genova (...) sovrapponendole sostanzialmente alla Barcolana che da 52 anni si svolge a Trieste sempre nelle prime due settimane di ottobre, quest’anno dal 3 all’11 ottobre". 
"Una scelta – prosegue il comunicato – che riporta indietro la storia della vela italiana e rende vana la forma di indiretta ma proficua collaborazione che si era creata tra Adriatico e Tirreno, Trieste e Genova, nel tenere distanti i due eventi di almeno due settimane per permettere a entrambi di avere il miglior risultato economico e di immagine, e creare valore per il territorio e l’economia in Tirreno, in Adriatico e per tutto il mercato nautico".
 
“Mi si dice – dichiara Mitja Gialuz, il Presidente della Società Velica Barcola e Grignano – che tale scelta derivi dalla volontà di anticipare le mosse del competitor, il Salone di Cannes, in Francia, che potrebbe a propria volta scegliere di spostare le date nel corso del mese di settembre. Bene, per salvarsi da Cannes, Confindustria Nautica cosa fa? Sovrappone il suo Salone alla Barcolana, creando una competizione al posto di una sinergia tra il Made in Italy, tra i due principali eventi del mercato nautico italiano, tra un salone e la regata più grande del mondo, il secondo evento sportivo italiano per numero di iscritti a una Federazione, una scelta che evidentemente penalizzerà il settore della vela. Evidentemente – prosegue Gialuz – da questa terribile pausa causata dalla pandemia Confindustria Nautica non ha colto alcun insegnamento e non ha capito che solo lavorando tutti assieme si può, e si deve, aiutare l’Italia a rialzarsi. Barcolana ha interessato tutte le istituzioni competenti in relazione alla scelta di Confindustria Nautica con l’obiettivo di valutare tutti assieme – anche con la Federazione Italiana Vela – una formula che consenta di trasformare quest’anno così difficile in opportunità di ripresa economica per un settore che uscirà in ginocchio da questa pandemia”.
 
 

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