L'oceano Atlantico si sta rivelando un vero campo minato per gli skipper del Vendée Globe. Si moltiplicano infatti gli urti con quelli che i francesi chiamano “Ofni” (objets flottants non identifiés), oggetti galleggianti che vagano alla deriva: container, tronchi, bidoni, anche grossi pesci e detriti vari. Così dopo Bertrand de Broc (Macsf) costretto al ritiro dopo lo scontro con un “Ofni” al largo del Portogallo e Alex Thomson (Hugo Boss), azzoppato di un foil mentre navigava a 20 nodi in testa al gruppo dei solitari, ecco che martedì è arrivato l'annuncio dell'abbandono di Vincent Riou (Prb), per problemi alla deriva basculante a seguito di un colpo, e anche uno stop forzato per Sebastien Josse (Edmonde de Rothschild), l'inseguitore del leader Thomson, che nella notte di martedì 22 novembre ha dovuto fermarsi tre ore a riparare il timone di dritta, centrato da un oggetto semisommerso.
Con Riou la gara perde sicuramente un protagonista, l'unico skipper a bordo di una barca di vecchia generazione che era riuscito a tenere in qualche modo il passo dietro agli scafi “volanti” dotati di foil. Domenica aveva sentito un colpo alla deriva, ma non gli aveva dato importanza. Poi ha iniziato a sentire strani rumori, ha controllato meglio e ha visto che si era lesionato l'asse di collegamento pinna-scafo in prossimità del cuscinetto che ne consente l'oscillazione. Impossibile continuare la gara.
Per Josse, invece, dopo la riparazione “volante” al timone i problemi sembrano risolti: naviga di nuovo a medie di 20 nodi e deve solo preoccuparsi di riconquistare almeno il secondo posto che gli ha soffiato Armel Le Cléac'h (Banque Populaire VIII), non a caso soprannominato “lo sciacallo”. Nessuna preoccupazione sembra esserci pure a bordo di “Hugo Boss”, Thomson nonostante il foil di dritta danneggiato conduce spedito in testa alla flotta, con 90 miglia di vantaggio, verso Capo di Buona Speranza.