Il periplo dell'Italia da Sanremo a Trieste per ricordare Nazario Sauro, il marinaio e patriota irredentista italiano che per la sua attività di opposizione all'occupazione astro-asburgica dell'Istria fu impiccato per alto tradimento dagli austriaci il 10 agosto del 1916. A cento anni dalla morte il nipote Romano Sauro, ammiraglio della Marina Militare e presidente della Lega Navale Italiana, è salpato il 4 ottobre dalla città ligure per una navigazione celebrativa di due anni a bordo di "Galiola III", uno sloop di 9 metri del 1983.
Il progetto battezzato "Nazario100" prevede la sosta in 100 porti della penisola, durante la quale saranno organizzate delle conferenze sulla Grande Guerra e sarà presentato il libro Nazario Sauro, Storia di un marinaio i cui proventi della vendita andranno in beneficienza. Saranno inoltre organizzati degli incontri nelle scuole per far conoscere e sensibilizzare i giovani alla storia e la cultura marinara. Chi volesse partecipare all'iniziativa può inoltre imbarcarsi gratuitamente sul "Galiola III" e navigare per brevi tratti durante i trasferimenti da una tappa all'altra.
«l viaggio è iniziato il 25 settembre – ci scrive Romano Sauro – con il trasferimento della barca da Ostia a Sanremo, da cui il 4 ottobre è partito il tutto. L'iniziativa sta raccogliendo un "successo" insperato e sopra ogni più rosea aspettativa. Nei porti, a parte presentare il mio libro, incontro molte scolaresche (dalle elementari al liceo) che trovo tutte estremamente interessate, curiose e "assetate" di valori, quelli che cerco di travasare loro e che furono di Nazario Sauro: libertà, giustizia, solidarietà. Mi fanno molte domande e denoto un sincero interesse. Alcuni studenti, addirittura, del Nautico di Imperia mi stanno seguendo partecipando alle navigazioni tra un porto e l'altro. Ricordo in particolare Emiliana, Felicia, Beatrice e Pietro. Altri verranno con me da Finale Ligure a Savona e da qui a Genova. Insomma una cosa straordinaria che mette in evidenza quanto i nostri giovani, se interessati, sappiano apprezzare le cose della vita evidenziandosi molto migliori di quanto qualcuno vorrebbe farci credere».
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