Fallisce Perini Navi il leader dei super yacht


Per la nostra cantieristica arriva una brutta notizia. È fallito Perini Navi, lo storico costruttore di Viareggio specializzato negli yacht a vela di lusso e considerato in tutto il mondo una delle icone del design italiano. A decretare la liquidazione dell'azienda è stato il Tribunale di Lucca che il 29 gennaio ha bocciato il piano di ristrutturazione del debito presentato dalla famiglia Tabacchi, proprietaria del cantiere. Si trattava di un “concordato in bianco” presentato a maggio del 2020 e poi prorogato fino a gennaio che prevedeva l'intervento di sosotegno del fondo lussemburghese Blue Skye, ma che evidentemente non ha convinto i giudici amministrativi. Troppo pesanti le perdite accumulate in questi ultimi anni dal cantiere.

È un colosso della nautica da diporto quello fondato nel 1983 da Fabio Perini, geniale imprenditore lucchese che aveva fatto fortuna inventando le macchine per avvolgere la carta igienica. E un grande appassionato di nautica. Da qui l'idea di fondare un cantiere per superyacht a vela, barche esclusive, lunghe minimo 40 metri e dal costo anhe di decine milioni di euro, destinate a pochi ma che fanno sognare molti, e diventate presto uno status symbol internazionale. Giganti a vela “intermente progettati, sviluppati e costruiti autnomamente”, si vantava il cantiere, “gli unici al mondo a farlo”. E anche dotati di ingegnosi sistemi di governo per condurli con equipaggio ridotto, come il “reel captive winch”, un sistema automatico di gestione dei verricelli ideato dal vulcanico Perini.

Sono oltre 60 i maxi yacht usciti dai cantieri di Viareggio tra questi il prestigioso Maltese Falcon di 88 metri con tre alberi rotanti di carbonio gestiti da un computer. Un punto di svolta per gli yacht di lusso. Nel frattempo è stato aperto un cantiere in Turchia, a Yldiz, acquisiti i Cantieri Beconcini a La Spezia e Picchiotti  a Viareggio.
Poi, però, arrivano gli strascichi della crisi finanziaria del 2008, scelte errate, assenza di strategia e inzia un lungo periodo di difficoltà; a Perini subentra la famiglia Tabacchi e arriva anche Lamberto Tacoli (ex manager Ferretti) come presidente per tentare il rilancio. Inutilmente. Nel 2019 i debiti sfiorano i 100 milioni di euro e inizia la crisi che porterà al fallimento. Ora le sorti del marchio e dei circa 100 dipendenti che vi lavorano, ai quali aggiungere l'indotto, sono legate alla procedura dell'asta fallimentare. A essere interessati sono i cantieri Ferretti e Sanlorenzo. La speranza è di non disperdere l'unitarietà del prestigioso marchio spezzettandone gli assetti.
 

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