L'introduzione dell'uso del cannone a bordo, con conseguente necessità di rendere più stabili le navi, la continua ricerca e conquista di territori e di ricchezze, e la possibilità di renderle più agili (senza la forza dei rematori, ma sfruttando la forza del vento), portarono alla creazione dei galeoni all'inizio del 16° secolo.
Il galeone è un bastimento lungo quanto le galere e galeazze, ma di alto bordo e grossi legnami, rilevato di poppa e di prua, con 14 portelli sul primo ponte e 14 sul secondo. È una nave a vela con quattro (a volte tre) alberi forniti due con vele quadre e due con vele latine.
L'albero di trinchetto ha tre vele quadre, quello di maestra (il più alto) altre tre vele quadre, e quello di mezzana è armato con una vela latina triangolare sotto ad una contromezzana quadra. L'eventuale quarto albero, detto di bonaventura, ha la vela latina.
Le sovrastrutture di prua e di poppa vengono alzate, tanto che in genere sono fatte da due o tre ponti. Il cassero normalmente viene ornato di statue e figure allegoriche. Il galeone misura mediamente m 42 di lunghezza e m 10 di larghezza.
Questa nave ha successo grazie alla sua agilità e manovrabilità, che consente di ridurre i tempi di navigazione e di viaggiare con meno equipaggio. A tutto questo si aggiunge anche una buona capacità di carico ed il fatto di potersi difendere con i propri cannoni, evitando quindi di partire con una scorta per un viaggio che in questi tempi sarebbe andato oltre Oceano.
Questo tipo di veliero nasce in Inghilterra. Grazie a James Baker, vengono realizzati i portelli di fiancata. Praticando delle aperture sulle fiancate, dotate di portelli di chiusura, si riesce a caricare cannoni più grandi che vengono installati sui ponti più bassi. La prima nave costruita con questo nuovo sistema è la Great Harry nel 1514, ed era la nave ammiraglia di Enrico 8°. Aveva una stazza di più di 1.000 tonnellate, imponenti castello sia a prua che a poppa, quattro alberi: trinchetta e maestra con vele quadre e rispettivamente una di gabbia, mezzana e bonaventura con vele auriche, 128 cannoni. Si dice che sulla stessa erano imbarcati arcieri che portavano una riserva di 750 frecce e 1.200 corde per gli archi.
Sembra che il primo vero galeone fosse invece stato fatto costruire dalla regina Elisabetta d'Inghilterra, succeduta ad Enrico VIII, sulla base comunque della Great Harry, ma correggendone i difetti. Fu John Hankins che abbassò i castelli, praticamente eliminando quello di prua, e modificò lo scafo rendendolo più lungo e più stretto (il loro rapporto era di 4 a 1, anziché di 3 a 1). Creò l'alberetto smontabile, adottato poi sugli alberi di tutti i velieri fino alla loro scomparsa.
(NdR: Nel 1576 nella Serenissima Repubblica di Genova, ad « Fucem Bisanuus » nel cantiere navale della Foce, si costruivano galeoni e vi lavorava come maestro d'ascia certo Masino.
Alcuni documenti attestano la costruzione tra Napoli e Vietri sul Mare di otto galeoni alla fine del 1500 su volere di Filippo II, re di Napoli).
Phineas Pett nel 1610 creò un modello di un altro galeone, approvato dall'Ammiragliato, e chiamato poi Prince Royal. Era simile a quello della regina Elisabetta, ma più lungo e più immerso, e questo gli consentiva di caricare i cannoni su tre ponti.
Nella sua fase evolutiva, successivamente vedrà installato un piccolo albero (il parrocchetto) che poteva essere dotato di una piccola vela quadra (contro civada). Verrà invece eliminato l'albero di bonaventura, non più necessario vista sia l'abilità acquisita dai Comandanti, sia i miglioramenti apportati alle carene.
Altre nazioni vollero imitare tali imbarcazioni. Per la prima volta si fecero una serie di studi, nacquero le scuole e furono emessi trattati di architettura navale. Non bisogna dimenticare che precedentemente la costruzione navale non si basava né su schemi, né su regole e codici, il tutto era affidato alle conoscenze di pochi maestri carpentieri, alla tradizione artigiana e soprattutto orale!
Nel 1624 Richelieu, per competere con l'Inghilterra, ordinò agli Olandesi cinque di queste navi.
In Svezia venne costruito e varato l'imponente Vasa. Nel 1637 Phineas Pett costruì il Sovereign of the Sea, lungo metri 40, largo metri 15 ed un pescaggio maggiore di metri 7. Venne ricoperto di decori ed ornamenti: la sua polena raffigurava un re a cavallo, mentre calpesta i soldati nemici, lungo le fiancate e sotto il bompresso aveva posto le sculture dei levrieri del re, l'unicorno, il leone, il cardo di Scozia, le rose di Inghilterra, il giglio di Francia e l'arpa d'Irlanda.
A prora c'erano un cupido a cavallo di un leone, due satiri e sei divinità. Sulle murate apparivano blasoni, corazze, elmi, segni dello zodiaco, strumenti musicali. Le balconate a poppa aveva le cupole e le finestre ricoperte di immagini mitologiche. A poppa, sullo specchio, c'era la statua della dea Vittoria con Giasone, Nettuno, Giove ed Ercole. Tutto questo era ricoperto di oro. Ma, oltre a tutto ciò, questo galeone aveva anche una vasta superficie velica, che sarebbe poi stata adottata anche nei secoli successivi. Civada e controcivada sul bompresso erano state ingrandite, velaccio e gabbia volante appaiono sull'albero di maestra e parrocchetto volante e velaccino sull'albero di trinchetto. Questo galeone, nonostante la sua estetica, partecipò a molte battaglie e vinse, ma fu distrutto nel 1696 da un incendio, causato
da una candela accesa caduta nel quadrato ufficiali.
(ammiraglia88)