La flotta del Vendée Globe è arrivata all'ultima svolta. Quella che doppiando il temibile Capo Horn, sogno e incubo di ogni marinaio, delimita il passaggio dall'oceano Pacifico all'Atlantico. E quindi la rotta verso il traguardo di Les Sables d'Olonne. A superarlo per primo, il 2 gennaio alle ore 13,2, è stato lo skipper francese Yannic Bestaven (Maitre Coq IV), 48 anni, ingegnere navale, leader della flotta dei solitari da quando ha superato le isole Kerguelen. In realtà non lo ha potuto vedere il famoso capo (“Dovrò tornare!” ha detto) perché se n'è tenuto ben largo, a 85 miglia, per via delle raffiche di vento a oltre 60 nodi e del mare in burrasca che imperversavano su questa isola. Bestaven per doppiare l'Horn ha impiegato 55 giorni, confermando il dato di un Vendée Globe “lento”, visto che nel 2016 Armel Le Cléac'h ne impiegò 47, 8 di meno e che anche nel 2016 Francois Gabart girò con 3 giorni di anticipo.
Dietro Bestaven, con circa 15 ore di distacco, è stata la volta di Dalin (Apivia) a entrare in Atlantico e quindi il 4 gennaio di Thomas Ruyant (LinkedOut) e Damien Seguin (Groupe Apicil). Per tutti, una volta doppiato l'Horn, l'opzione era se passare a dritta o sinistra delle isole Falkland, ma pare che la scelta sia stata quest'ultima: la rotta più diretta.
In procinto di superare l'Horn è ora anche il gruppo degli altri 5 inseguitori che, a una distanza massima di circa 700 miglia dal leader, hanno ancora diverse carte da giocare in queste ultime 7.000 miglia che restano all'arrivo. Tra questi c'è anche Giancarlo Pedote (Prysmian Group) che sta conducendo un'ottima gara dosando i rischi ma restando agganciato al gruppo di testa e che, strambata su strambata sul filo della zona di esclusione antartica che gli skipper non possono oltrepassare, ha nel mirino Maxime Sorel (V and B Mayenne) che lo precede di poche miglia.