Quello che accadde la sera del 29 ottobre 2018 resterà per sempre legato alla storia del faro di Portofino e sarà ricordo indelebile del suo farista che visse quell'incredibile esperienza. Mai a memoria d'uomo di quei luoghi si ricorda una tempesta di siffatta violenza!
In fondo l'esperienza di vita in un faro l'ho avuta anch'io in quanto fidanzata del farista di un meraviglioso faro che si erge come un castello bianco sul promontorio di Portofino, luogo d'incanto e suggestivi tramonti, ma anche di temibili mareggiate. Luogo isolato, raggiungibile solo a piedi attraverso un sentiero dopo un chilometro e mezzo di camminata dal centro del paese (NdR Portofino). Sicuramente disagevole per alcuni aspetti, ma la sua bellezza senza eguali ripaga di tutto questo. Mare tutt'intorno, visibile da ogni finestra, lassù in alto a più di trenta metri, luci e colori sempre diversi tra il Golfo del Tigullio ed il mare aperto.
L'ultimo fine settimana di ottobre di quell'anno ero al faro, il tempo era pessimo era stata diramata un'allerta rossa, pioveva e c'era molto vento ed il mare era mosso. La domenica mattina uscimmo per un breve giro in paese, il mare lambiva la banchina della "Ciapella". Lì incontrammo Manuel il pescatore il quale ci disse che questa volta la tempesta sarebbe arrivata proprio brutta ed era attesa per l'indomani. Consigliò a Paolo di spostare la macchina di servizio e portarla ai parcheggi in piazza della Libertà perché il mare sicuramente, stando alle previsioni, si sarebbe alzato molto e la banchina non era sicura...
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(Felicetta Santomauro con la collaborazione di Vittorio Grandi - Il mondo dei fari)
FARO DI PORTOFINO: CRONACA DI UNA TEMPESTA
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