Le immagini hanno già fatto il giro dei Social. In particolare nei gruppi interessati al diporto nautico: al largo della costa libica si è sviluppato Udine, depressione meteorologica con caratteristiche subtropicali che ora sta attraversando lo Ionio Meridionale e con venti di intensità attorno ai 50 nodi, punta sulla Grecia occidentale, dove è atteso per venerdì. Ma forti mareggiate si avranno certamente anche nei mari a Sud di Sicilia e Calabria, regioni già interessate in questi giorni da forti temporali.
Alcuni lo chiamano "Medicane" (mediterranean hurricane), altri "TLC" (Tropical Like Cyclone): non è un evento così raro in Mediterraneo specie nei mesi autunnali. Nel 2014 c'è stato Qendresa, nel 2017 Numa, nel 2018 Zorbas, ma Udine, con la sua struttura compatta appare più minaccioso. Alcuni media annunciano venti fino a oltre 100 nodi, come quelli di un uragano di categoria 3. Ma i modelli matematici sembrano prevedere un'intensità media di 60 nodi e raffiche attorno agli 80 nodi. Udine dovrebbe raggiungere l'apice della sua intensità venerdì 18 in Grecia, per poi regredire progressivamente dal 20 nella sua rotta di ritorno verso la Liba. Tra il 21 e il 22 dovrebbe essere completamente dissipato.
"Udine" non è l'ennesimo epiteto fantasioso inventato dai media scandalistici per generare clamore e acchiappare qualche click in più, ma il nome attribuitogli dall’Università di Berlino, l’ente preposto a denominare i vari sistemi perturbati in Europa. Lo stesso fenomeno è stato battezzato “Ianos” in Grecia e “Cassilda” dal Mediterranean Cyclone Center.