La vita di bordo seguiva rigorose regole integrate immancabilmente da tradizioni osservate spontaneamente con rigore secondo una gerarchia al vertice della quale stava il capitano, detto comunemente "il vecchio" (the old man) anche se uomo giovane, e mai chiamato comandante (termine, questo, divenuto proprio della marina a vapore), coadiuvato da un primo ufficiale (Chief o First Mate) con compiti di vicecomandante, e da un secondo e terzo ufficiale (per lo più capitani di lungo corso patentati ma non abilitati) con residenza sul casseretto di poppa.
L'equipaggio era formato dal nostromo, figura centrica, dal cuoco, dal carpentiere (in epoca più antica anche dal bottaio) e dal velaio, mansione importante la sua in quanto non era difficile perdere le vele fatte a brandelli dalle raffiche degli uragani e quindi da sostituire con vele da lui confezionate, tutti col grado di sottufficiale con una propria cabina, esenti dai turni di guardia, ed infine dai marinai: mozzi giovanissimi, giovinotti (giovani marinai non ancora riconosciuti), pilotini, marinai, nocchieri e gabbieri più o meno sperimentati ma affiatati come necessaria conseguenza dei comuni pericoli affrontati e da affrontare, che stavano a proravia dell'albero maestro in un alloggio comune, divisi in due guardie alternate di quattro in quattro ore (con una guardia di due ore, alternante), dette destrale e sinistrale. Una categoria a parte era formata dagli allievi, immancabili sui velieri specialmente inglesi, destinati a divenire capitani patentati ma impegnati, a bordo, nei turni e nei servizi dei marinai secondo una scuola molto dura di pratica.
Nei momenti di emergenza, che non erano rari, tutti erano chiamati alle manovre e salivano sulle alberature, altissime e oscillanti, anche i sottufficiali cuoco compreso e gli ufficiali. Molto apprezzato era allora il misurino di rhum distribuito alla gente al termine di una manovra impegnativa o eseguita sotto l'imperversare della burrasca, o altra avventura del genere.
Qualche aiuto era subentrato negli ultimi anni grazie all'irrobustimento delle alberature e delle manovre fisse e correnti, ai cavi d'acciaio e catena, alla calderina ausiliaria a vapore ed alla manovra di orientamento dei pennoni per mezzo di particolari verricelli (la cui prima applicazione si doveva allo scozzese J.C.B. Jarvis ma non subito presa in considerazione da tutti gli armatori).
Subentravano miglioramenti anche in fatto di viveri con la carne in scatola (non molto migliore, però, della carne salata in barile), stoccafisso, pane fresco la domenica, fagioli e piselli secchi e simili. Un po' di carne fresca poteva essere procurato a volte grazie alla cattura di qualche focena o di qualche delfino ed allora era una festa. Migliorava anche la situazione dell'acqua con l'introduzione di cisterne metalliche zincate, ma sempre razionata, per cui veniva continuata
con cura la raccolta dell'acqua piovana.
Fatto curioso era che a bordo non esisteva denaro circolante, che la moneta quale sia stata non aveva corso. C'era però la possibilità di fare qualche acquisto utile, ad esempio vestiario, sapone, scatole di marmellata da una specie di cooperativa interna sotto la diretta sorveglianza del capitano, che poteva concedere qualche giustificato anticipo sulle spettanze maturate da ciascun uomo, ufficiale, sottufficiale o marinaio, che venivano liquidate alla fine di ciascun
viaggio.
L'arruolamento degli equipaggi avveniva in linea di massima per viaggio o per campagna secondo regole ed usi nazionali, propri di ciascuna bandiera, per cui gli inglesi imbarcavano gente di ogni paese e di ogni lingua con la conseguenza che, a bordo, veniva a formarsi non di rado un singolare cosmopolitismo temporaneo; gli americani, dopo aver preparata la nave alla partenza, imbarcavano l'equipaggio di bassa forza, gente di ogni risma, all'ultimo momento; i francesi si avvalevano il più possibile di certi ruoli nazionali di qualifica; i tedeschi imbarcavano solo connazionali con l'obbligo di sbarcare a fine campagna soltanto nei porti tedeschi condannando le diserzioni; gli italiani preferivano i connazionali e gli stranieri imbarcati erano pochi.
(La Marineria velica - Aldo e Corrado Cherini)
. Fig. 1: spaccato del brigantino a palo Endeavour, con il quale James Cook nel 1770 «scoprì» l'Australia.
. Fig. 2: spaccato del Victory, il vascello di I classe di Nelson, a tre ponti da 104 cannoni, costruito negli anni 1760 su progetto di Sir Thomas Slade. Entrata in servizio nel 1778, Lunghezza ponte cannoni: 56,7 m; Equipaggio: circa 850 uomini.
