IL “GIOCO DEL SILENZIO” A BORDO


5 aprile - ..... È un gioco che gli equipaggi forti conoscono bene e quelli scarsi invece ignorano del tutto. Un gioco che si basa su una regola principale: la democrazia ed il dibattito durante una regata non esistono. Se ci soffermiamo al giro di boa di una qualsiasi regata di barche d'altura o di monotipi noteremo una cosa: dopo il passaggio dei primi, man mano che scorre alla boa il resto della flotta, il "rumore" di bordo aumenta di pari passo con la posizione in classifica attardata degli equipaggi.
I primi girano la boa in silenzio, si sente al massimo una voce ed il rumore delle drizze che salgono e scendono o quello delle scotte sui winches. Gli ultimi girano la boa sotto una "nuvola" di grida, ordini a casaccio e, ahinoi, a volte anche insulti all'interno dell'equipaggio o verso il malcapitato avversario che gira la boa nello stesso momento. Ricordiamo per altro che gli insulti od i comportamenti ingiuriosi ed antisportivi verso gli avversari possono essere puniti dalla regola 69 del regolamento di regata con relative penalizzazioni anche gravi del concorrente o della barca.
La domanda a questo punto sorgerebbe spontanea: chi ha a bordo il diritto di parlare durante la regata, e cosa deve dire?
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(Giornale della Vela)

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