Ordine: TETRAODONTIFORMI Famiglia: Diodontidae Genere: Diodon Diodon hystrix Linneo 1758* |
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Generalita’
Ha il corpo allungato, ovale, munito di numerosissime spine mobili, sparse un po’ ovunque, fatta eccezione del muso, delle guance e del peduncolo caudale. La pinna dorsale, alta, costituita da raggi molli, e’ situata posteriormente al corpo; l’anale e’ uguale ed opposta alla dorsale; la coda e’ grande, con il margine convesso; le pettorali sono pure abbastanza ampie, a forma di spatola. Gli occhi sono relativamente grandi e circolari. La bocca e’ piccola ed e’ formata da denti saldati tra di loro, su ogni mascella, come a formare un becco. Il colore dell’animale e’ bruno giallastro con numerose punteggiature brunastre sul dorso, distribuite irregolarmente. Sul corpo sono anche presenti fasce di colore scuro che svaniscono quando l’animale viene disturbato. Puo’ toccare eccezionalmente i 90 cm di lunghezza.
D = 12/19; A = 12/14; C = 7/9; P = 18/22
Costumi
E’ un animale abbastanza pigro. Vive a modeste profondita’ su fondali corallini. Quando viene irritato si gonfia di aria o di acqua. Si nutre di piccoli invertebrati.
Pesca
La sua cattura, nei nostri mari, e’ del tutto casuale e puo’ avvenire con ogni mezzo.
Commestibilita’
Le sue carni non sono considerate commestibili.
Distribuzione nei mari d’Italia
E’ una specie tipicamente tropicale per cui la sua comparsa lungo le nostre coste e’ da ritenersi rarissima.
Note o curiosita’
La prima probabile comparsa di questa specie nei nostri mari sembra risalire al 1872, anno in cui fu segnalata ad opera di Doderlein. Un altro esemplare fu raccolto il 12 febbraio del 1909 nel porto di Genova ed in tale occasione si suppose che fosse stato gettato in mare da una nave poiche’ sembrava impossibile che questa specie potesse sopravvivere in febbraio nelle acque liguri con una temperatura presumibile di circa 13°C. Altre notizie sui ritrovamenti di questa specie portano la data del 1954, ma si e’ sempre trattato di dati poco sicuri, di animali ritrovati o in cattivo stato oppure di parti di animali appartenuti probabilmente a qualche raccoglitore che poi se ne e’ disfatto. L’ultima segnalazione nei nostri mari, ad opera di Torchio, sembra che non dia luogo a dubbi, infatti alcuni pescatori tarantini hanno catturato con la fiocina un esemplare adulto di Diodon hystrix, lungo 54 cm nelle vicinanze dell’Isola di San Paolo, nel gruppo delle Cheradi, poche miglia al largo di Taranto. L’animale, come gia’ detto, non ha valore alimentare poiche’ sembra che gli organi interni contengano una particolare tossina capace di provocare nell’uomo gravi conseguenze. Nonostante cio’ le sue carni sono particolarmente richieste dalle popolazioni orientali poiche’ costituiscono ingredienti fondamentali di gustosi manicaretti. Le carni diventano commestibili dopo che sono state separate con molta cautela sia dalla pelle, sia dalle interiora e sia dagli organi sessuali, poiche’ contengono una sostanza velenosa denominata Tetrodotossina.
Da “Atlante dei pesci dei mari italiani” di Francesco Costa