È di quattro morti il tragico bilancio del naufragio che si è verificato nel pomeriggio del 18 aprile a Rimini. L'incidente è avvenuto verso le ore 16,30 all'ingresso del porto canale della città romagnola dove il 12 metri “DiPiù”, salpato poche ore prima da Marina di Ravenna per raggiungere Trapani (Sicilia), stava cercando riparo dalla burrasca che imperversava sull'alto Adriatico, con Bora oltre i 40 nodi, onde di 4 metri e pioggia battente. Dalle prime ricostruzioni sembra che la barca sia stata colpita da un'onda che l'ha sollevata e scaraventata sulla diga foranea, versione confermata anche da un testimone oculare.
Pochi minuti dopo il naufragio sul posto sono intervenuti la Guardia Costiera, i Vigili del Fuoco e la Polizia supportati da due elicotteri, i quali hanno subito tratto in salvo il quarantenne Luca Nicolis, caduto in acqua, e Carlo Calvelli rimasto bloccato all'interno dell'imbarcazione, e recuperando il corpo senza vita di uno dei sei membri dell'equipaggio. La ricerca dei dispersi è invece durata tutta la notte fino alle prime luci dell'alba di mercoledì quando sono stati recuperati anche i corpi di Alessandro Fabbri, armatore del “DiPiù”, della figlia Alessia Fabbri e di Ernesto Martinelli (69 anni). La quarta vittima è Ernesto Salin (64 anni).
L'entrata e l'uscita dai porti si conferma come una delle manovre più difficili e insidiose per i diportisti. Nel solo mese di marzo di quest'anno si sono verificati infatti altri due incidenti, un cabinato è finito sugli scogli ad Otranto e una barca a vela è rimasta insabbiata all'uscita di Fiumara (Roma), per fortuna nessuno dei due sinistri ha avuto tragiche conseguenze.