È entrata in vigore lunedì 18 gennaio la nuova direttiva europea sulla nautica da diporto. Si conclude quindi l'iter del provvedimento (2013/53/UE) che dopo essere stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell'11 gennaio 2016 abroga la precedente direttiva 94/25/CE. La normativa riguarda la costruzione delle unità da diporto (barche di lunghezza compresa 2,5 ai 24 metri), le moto d'acqua, i propulsori e la componentistica, dettando, tra l'altro, regole più severe su aspetti importanti come la sicurezza e la salvaguardia ambientale. Le aziende avranno un anno di tempo (fino al 17 gennaio 2017) per adeguarsi alla produzione di imbarcazioni e prodotti in linea con i nuovi dettami di Bruxelles.
Le principali novità riguardano i motori marini, dove l'obiettivo è la riduzione e il contenimento dei livelli massimi di emissioni gassose fino allineamento con gli standard statunitensi, la ridefinizione delle categorie di progettazione delle barche, che adesso sono legate alle condizioni meteomarine e non al tipo di navigazione, e l'inasprimento dei controlli sui prodotti immessi nel mercato, soprattutto per quelli importati.
Per quanto riguarda la sicurezza sono previsti per le barche di nuova produzione dei sistemi di protezione più efficaci contro la caduta in mare e per la risalita a bordo e norme più stringenti contro l'inquinamento, dove è introdotto l'obbligo di collegare i servizi igienici a serbatoi per le acque nere. Più rigide anche le regole per la realizzazione degli impianti elettrici e dei sistemi di segnalazione acustici e luminosi. Per valutare la sicurezza dei multiscafi invece è stato introdotto il concetto di “Rischio di rovesciamento”: i nuovi modelli devono essere dotati di uscita di emergenza anche a barca capovolta. Infine sono stati regolamentati con maggiore attenzione gli organismi notificati e le modalità per importare privatamente.