Lazio: non c’entra il meteo ma la gestione del territorio


In Italia, la distribuzione delle precipitazioni nei vari mesi dell’anno presenta carattere molto differente nelle diverse regioni, dando luogo a quattro tipi pluviometrici fondamentali, tra i quali il “Tipo sub – litoraneo appenninico” è quello che è quello che ha interessato nei giorni scorsi l’area di Roma. Questo regime è caratterizzato da due massimi, uno primaverile e uno autunnale, all’incirca della stessa entità, e due minimi, uno invernale e uno estivo, il primo dei quali è più marcato del secondo. Attualmente ci troviamo ancora in autunno e, quindi, l’area laziale e quella romana sono interessate dal succitato massimo autunnale. Il mese di novembre, infatti, risulta essere il più piovoso fra quelli dell’anno. Un’elevata quantità di precipitazioni, quindi, non deve meravigliare più di tanto il cittadino. Fra le ore 06:00 Utc del 6 novembre e le 06:00 Utc del 7 si sono registrati 118 mm di pioggia alla Stazione di Roma / Ciampino, 67 mm alla Stazione di Vigna di Valle e 67 mm alla Stazione di Roma / Fiumicino che, in questo mese, presenta una media annua di 110,50 mm. Non meravigli il dato di Roma / Ciampino, poiché il sito è a ridosso dei rilievi e, pertanto, è soggetto ad un incremento delle precipitazioni, segnatamente con venti meridionali.

Si tenga presente, inoltre, che i valori medi di precipitazione possono variare, nel corso dell’anno, di circa il 4-5% in più o in meno. È possibile, inoltre, che le precipitazioni presentino, talvolta, fenomeni molto concentrati e virulenti in un breve arco di tempo, come accaduto in questi giorni. Non si parli, quindi, di “bombe d’acqua”: il termine è improprio e inutilmente allarmante. Come detto più volte, i temporali intensi possono essere dovuti a “super celle” che si formano in particolari condizioni meteorologiche: queste ultime non sono una novità e non c’è nulla di straordinario in esse. Semmai, quello che dovrebbe preoccupare e meravigliare è la cattiva gestione idrogeologica del nostro territorio.
(Gian Carlo Ruggeri)

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