Torna la grande altura con la Volvo Ocean Race


Tutto è pronto ad Alicante, in Spagna, per la partenza della “Volvo Ocean Race”, il giro del mondo a tappe in equipaggio. E non meraviglia che sulle banchine di questa città affacciata sul Mediterraneo circolino da giorni migliaia di persone, la folla che caratterizza ogni grande evento sportivo internazionale. Perché in effetti quella che salpa sabato 11 ottobre verso il Sudafrica è ancora una delle manifestazioni simbolo della grande vela oceanica, la regata che ha ereditato il prestigioso nome “Whitbread” della prima edizione nel 1973 e che sa ancora di epiche navigazioni e di sfide contro gli elementi più ostici della natura, dove conta la tecnologia, ma sono determinanti abilità marinaresca e coraggio individuali.

Questa edizione, la 12°, prevede nove tappe e dieci scali per un totale di 38.739 miglia e toccherà le località di Città del Capo (Sud Africa), Abu Dhabi (Emirati Arabi), Sanya (Cina), Auckland (Nuova Zelanda), Itajaí (Brasile), Newport, Rhode Island (Usa), Lisbona (Portogallo) e Lorient (Francia). Quindi è previsto un “pit-stop” di 24 ore all'Aja (Olanda) prima dell'ultima tappa dalla Francia a Gotheborg (Svezia), scalo di arrivo di questo giro del mondo.

Si tratta di una sfida della durata di nove mesi alla quale partecipano sette team a bordo di altrettante imbarcazioni monotipo Volvo Ocean 65 progettate dallo studio Farr Yacht Design: Team Alvimedica (Usa-Turchia), Team Sca (Svezia), Dongfeng Race Team (Cina), Abu Dhabi Ocean Racing (Emirati Arabi), Team Vestas Wind (Danimarca), Team Brunel (Olanda) e Mapfre (Spagna). In tutto ci sono sessantasei navigatori di 18 nazionalità diverse, con un equipaggio interamente femminile (Team Sca) e un unico italiano presente: il friulano Alberto Bolzan, detto “Ferrari”, imbarcato su Team Alvimedica.

La prima tappa della regata, che porterà gli equipaggi fino a Città del Capo (Sudafrica), è una delle più impegnative: 6.500 miglia di oceano Atlantico con gli equipaggi prima spinti dagli Alisei, poi imprigionati nelle calme equatoriali e quindi alle prese con passaggi strategici, come quello di Fernando de Noronha, da valutare attentamente per decidere dove meglio transitare. E già dall'ordine di arrivo a Città del Capo si potranno capire le qualità dei singoli team.

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