Quando lo Sted diventa “Sportello Tortura Diportista”


La nautica da diporto è in piena debacle amministrativa. Dopo il black out delle patenti nautiche, frenate dall'impossibilità di effettuare gli esami medici nelle strutture pubbliche oberate dall'emergenza Covid, si moltiplicano le proteste anche per le lungaggini dello Sted. Il tanto atteso “Sportello Telematico del Diportista” che mandando in soffitta i registri cartacei avrebbe dovuto informatizzare le pratiche nautiche rendendole semplici e rapide sta naufragando tra ritardi e inefficienze.

Problemi tecnici, mancanza di personale, assenza di coordinamento tra uffici, conversione degli archivi cartacei al rilento stanno comportando ritardi di mesi nella lavorazione di centinaia di pratiche bloccando tanti diportisti che rischiano di vedere compromessa la stagione nautica. Al palo burocratico ci sono rilasci di immatricolazioni, certificati di sicurezza, autorizzazione per il charter, aggiornamenti delle licenze di navigazione, trasferimenti di proprietà e tutto il resto del ricco armamentario burocratico che appesantisce da sempre la nautica da diporto italiana. Tanto da far rimpiangere i tempi in cui queste pratiche si effettuavano in Capitaneria vergando a mano sui libroni d'archivio.
A seguire, una delle sempre più frequenti testimonianze della situazione.

“Cara Bolina, – ci scrive un lettore di Roma– vi voglio rendere partecipi della mia prima esperienza STED. A maggio 2021 scade il certificato di sicurezza della mia imbarcazione, un Sun Odyssey del 1998. A marzo, prevedendo difficoltà Covid correlate, contatto il perito per la visita che che viene effettuata ad aprile e superata con successo. Penso che la cosa finisca lì, come avvenuto ogni 5 anni in passato, ossia con la consegna del Certificato di Sicurezza. Apprendo invece dal perito che il documento consegnatomi è "solo una attestazione di idoneità” ma che il certificato di sicurezza vero e proprio deve essere richiesto allo STED (Sportello telematico del Diportista).

Naturalmente il perito si offre di seguire la pratica per la modica cifra di 180 euro, da aggiungere ai 400 e rotti della visita obbligatoria. Prendo tempo e mi informo sulla procedura. Scarico dal "portale dell'automobilista" (sic!) il vademecum STED e comincio a farmi un'idea. Gli sportelli STED sono operativi presso le Capitanerie di Porto cui bisogna presentare istanza di richiesta certificato sicurezza corredata da bolli e bollettini più documenti vari, importo circa 60 euro. Mi armo di pazienza e provvedo ai versamenti ed al reperimento dei documenti. Scopro però che tra questi ultimi  vi è la DCI, ossia Dichiarazione di Costruzione o Importazione, da richiedere alla Confindustria Nautica di Genova previo pagamento di altri 25 euro. Appresa l'esistenza anche della DCI (ma non doveva essere già in posseso degli uffici amministrativi essendo la barca registrata con bandiera italiana da 23 anni?) mi procuro altri documenti necessari e presento l'istanza alla UCINA.

Ricevo risposta dopo circa 15 giorni, dopo mio sollecito. Raccolta tutta la preziosa documentazione mi presento in capitaneria a Fiumicino (prendendo un giorno di permesso dal lavoro). Faccio la mia brava coda, incrocio le dita (non si sa mai che manchi qualche fotocopia) e mi presento al funzionario. I documenti sono a posto, fiuu....ma... ciliegina sulla torta! La capitaneria tratterà la documentazione, compresa licenza di navigazione e certificato di sicurezza, per il tempo necessario all'inserimento dei dati.
«Scusi», chiedo, «Quanto tempo?».  «Non meno di 60 giorni». Il solerte e peraltro molto gentile funzionario si affretta a ricordarmi che, in quanto priva dei documenti di legge, in questo periodo la barca non potrà navigare!
Riassumendo: per un documento che prima si otteneva in 3-4 ore saranno necessari circa 3-4 mesi e non potrò navigare fino alla metà di luglio! Lo hanno forse chiamato  STED intendendo "Sportello Tortura Diportista...".


 

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