Nave ignora l’allerta disastro a Mauritius


A Mauritius è stato dichiarato lo stato di emergenza ambientale. L'isola, tra i paradisi incontaminati del pianeta e habitat privilegiato di 1.700 specie, è stato irrimediabilmente compromesso dallo sversamento di 4.000 tonnellate di petrolio riversate in mare dalla petroliera Wakashio, battente bandiera panamense, ma di proprietà della giapponese Nagashiki Shipping. La nave si era incagliata sulle coste di Mauritius lo scorso 25 luglio in condizioni di forte maltempo per poi spezzarsi letteralmente in due il 6 agosto. 
A rischio anche il sostentamento di 1,3 milioni di persone che sopravvivono per lo più grazie all'indotto generato dal settore turistico.
Sotto accusa le autorità locali che non sono intervenute per tempo lasciando passare 21 giorni dal momento dell'incidente ai primi timidi interventi, mentre gruppi di volontari uniti alla popolazione locale si cimentavano a mani nude e con mezzi artigianali nello sforzo titanico di arginare la dilagante marea nera. 
 
Eppure l'isola dell'oceano Indiano non è nuova  a questi disastri. Già a giugno del 2016 un’altra nave con carico analogo si era arenata su una barriera corallina dell'isola, nonostante ciò petroliere da 200mila tonnellate continuano a transitare in prossimità delle coste mauriziane.
 
A terra, gli investigatori stanno cercando di ricostruire il modo in cui la Wakashio si è fermata sulla barriera corallina.
 
La nave, come dichiarato da Panama Maritime Authority, stava navigando regolarmente dalla Cina al Brasile via Singapore fino al 25 luglio, quando in concomitanza con "condizioni meteorologiche avverse"  sarebbe stata costretta a cambiare rotta avvicinandosi a Mauritius. "Tutte le manovre – si legge nella dichiarazione – erano supervisionate dal capitano e dal primo ufficiale della nave che erano a conoscenza della situazione e delle condizioni meteorologiche. Alle ore 19:25 dello stesso giorno, mentre erano in plancia, il comandante, il primo ufficiale e l'ingegnere capo hanno notato che la nave aveva smesso di muoversi e che era bloccata”.
Eppure, come rilevato dalla piattaforma di intelligence marittima Windward, con sede a Londra, seppure c'era effettivamente una tempesta a 1.000 miglia a Sud di Mauritius, altre navi procedevano regolarmente nello stesso tratto di mare.
Resta pertanto poco chiaro per quale ragione la Wakashio sia stata fatta deviare il 21 luglio entrando in rotta di collisione con le coste incontaminate della repubblica insulare di Mauritius e perché il comandante abbia dichiarato di navigare su un percorso sicuro nonostante l'allarme emesso via radio dalla guardia costiera di Mauritius che il 25 luglio lo aveva allertato sul rischio di incaglio. 
 
A pagare i danni la compagnia di assicurazioni Japan P&I Club, che dovrà sborsare uno degli indennizzi più alti riconosciuti per gli incidenti in mare degli ultimi anni.
 
 
 

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