La Slovenia blocca i natanti italiani


Stop ai natanti italiani in Slovenia. Questa volta non c'entra la pandemia, ma piuttosto l'esigenza delle autorità di Lubiana di applicare un norma che da anni è rimasta sospesa come una spada di Damocle su molti diportisti adriatici e cioè l'obbligo di avere una barca immatricolata per navigare in acque slovene. Ora il periodo di tolleranza è finito. Per bordeggiare in Slovenia serve una barca iscritta nei registri marittimi e visto che i natanti italiani, le unità fino ai 10 metri di lunghezza, non hanno questo obbligo gli sarà vietato l'ingresso. Questo significa per centinaia (migliaia?) di barche, fine alle gite giornaliere a Isola o Portorose, ai week end in baia e anche agli attraversamenti per raggiungere la Croazia.

Il motivo delle decisione sembra risalga a due incidenti avvenuti la scorsa estate in acque slovene che hanno visto coinvolti natanti italiani la cui identificazione è stata particolarmente problematica per le autorità. In uno, in particolare, il proprietario sarebbe sparito lasciando il relitto in mare. Da qui la scelta di applicare a tutte le barche, anche se straniere, le regole in vigore nel Paese, dove è prevista la registrazione per tutte le unità oltre i 3 metri o con motore superiore ai 3,7 kW.

La notizia naturalmente ha colto di sorpresa tutti i circoli nautici dell'alto adriatico, che si sono mobilitati per effettuare pressioni sul Governo italiano e cercare una mediazione. Ma preoccupa anche i marina sloveni che sicuramente risentiranno dei contraccolpi economici del provvedimento. Tra l'altro non è chiaro cosa dovrà fare chi ha un natante ormeggiato stabilmente in un porto sloveno. Un compromesso potrebbe essere quello adottato con la Francia anni fa per lo stesso motivo. Si decise che ad attestare l'“identità” del natante e del proprietario poteva essere il certificato di assicurazione.

In ogni caso il tempo stringe. Fino al 15 luglio è previsto un periodo di transizione, i trasgressori saranno informati e “riaccompagnati” dalle forze dell'ordine fuori dai confini, poi scatteranno le multe: dai 160 ai 500 euro.

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