Bisogna tracciare uno spartiacque a circa metà '800, quando cioè il Capitano del veliero non agisce più in maniera diretta nello stipulare i contratti di nolo. In quel periodo infatti, diverrà compito dell'Armatore, nel suo ufficio, concludere gli affari per le sue navi. E non a caso, sono proprio il telegrafo (1850 circa) ed il telefono (1880) a determinare questo cambiamento.
Il Capitano prima del telegrafo era il vero padrone della navigazione e del business. Riceveva somme di danaro dai proprietari che utilizzava in navigazione. Non va dimenticato che chi era al comando del veliero era una persona di indiscussa fiducia nell'armamento Camogliese, cioè non era uno stipendiato qualsiasi, ma solitamente un parente molto abile professionalmente.
Gli Armatori avevano i loro fiduciari sparsi per il mondo, a volte parenti, coi quali avevano collegamenti cartacei. Esisteva perciò una lista aggiornata che elencava - anche sui periodici mercantili inglesi - dove fossero disponibili i noli più richiesti. Ecco allora porti come Rotterdam, Genova, Southampton, Callao, il Mar Nero, etc. dove i velieri si dirigevano "waiting for orders", cioè dopo poco sarebbero stati contattati per dirigere verso un viaggio proficuo. Era quindi il Capitano che s'interfacciava tra il fiduciario in loco del proprietario della nave e con colui che offriva il contratto di nolo.
Il danaro veniva trasferito tramite titoli bancari o operazioni contabili già ben attive a quel tempo: la fiducia era fondamentale: gli armatori di Camogli ne godettero sempre da parte di tutti i loro corrispondenti esteri (agenti e noleggiatori) poiché quelli di Camogli erano considerati "gente che pagava subito", tanto è vero che i telegrammi che poi arrivavano all'ufficio postale di Camogli (dopo il 1850) avevano l'esclusiva "risposta pagata", privilegio riservato a poche aziende dell'epoca. Pertanto, le comunicazioni bancarie viaggiavano velocemente e senza ritardi. Ovviamente, senza telegrafo, le soste in porto non erano come quelle odierne. A volte si stava ormeggiati per mesi. In quel periodo, il Capitano (perché era sempre lui che decideva sui noli prima del telegrafo) contattava i suoi interlocutori d'affari così da ottimizzare l'impiego della sua nave.
Tutto questo detto in base a come lei dice "di un sapere che i Capitani della vela ci hanno trasmesso" e, di conseguenza, qualcosa che ho descritto potrebbe essere imprecisa. Vorrei indicarle infine un testo autorevole che copre gran parte di quanto detto finora: "La Marina Mercantile di Camogli" di G.B. Roberto Figari e di Silvia Bagnato Bonuccelli - Edizioni Tolozzi. Nella Biblioteca di Camogli ce n'è sicuramente una copia.
(CLC Bruno Malatesta - Soc. Capitani Camogli)
VECCHIE VELE: LE COMUNICAZIONI NEL XIX SECOLO
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