Sardegna, il settore charter contro il passaporto sanitario


In Sardegna gli operatori del charter scendono in campo contro la Regione. Contestano l'introduzione del “passaporto sanitario” che il Governatore Christian Solinas sta chiedendo per tutti coloro che sceglieranno l'isola come meta delle vacanze. Una certificazione di negatività al virus Covid19 da attuare anche attraverso dei test molecolari sulla saliva, da effettuare prima di arrivare in Sardegna e poi rimborsata con dei voucher. La misura avrebbe lo scopo di preservare dal contagio l'isola, che ha un indice di trasmissione del Covid tra i più bassi d'Italia,  ma a detta degli operatori turistici e del charter già al solo annuncio si sarebbe rivelata un boomerang, con una pioggia di disdette di prenotazioni.

“A riprova dello sconcerto e sconforto –  hanno scritto in una lettera gli operatori del settore –  che ha investito la totalità delle società che operano nel comparto della nautica e del charter isolano (circa 400 aziende di noleggio e locazione di imbarcazioni per un totale di circa 1.600 unità), stiamo assistendo impotenti a un impressionante e irreversibile tracollo e cancellazione delle conferme che a fatica eravamo riusciti a trattenere ad aprile e maggio per i mesi di giugno e luglio.”. E proseguono: “Le ragioni della fuga di massa sono semplici e condivise da tutti: tour operator, broker e agenzie specializzate del settore, in un momento di grande sofferenza del mercato, stanno dirottando il turismo verso mete in cui le linee guida per l'accoglienza sono semplici e chiare (Slovenia, Croazia, Grecia e Turchia), al contrario di quelle che abbiamo, per il momento, in Sardegna....Il presidente Solinas è consapevole che il "Fantomatico Passaporto Sanitario" non ha alcuna possibilità di essere realizzato, e resta un mistero sulle ragioni che lo inducono a spingere verso il baratro l'economia della sua isola, cosi come deve ancora spiegare come mai, solo un mese fa, era intenzionato alla totale riapertura senza condizioni quando, allo stesso modo, era ben conscio che non avrebbe potuto farlo rimediando così una figuraccia mediatica e istituzionale. Questo è un grido di allarme che non può restare inascoltato perché ci troveremo inesorabilmente costretti alla chiusura sia temporanea che definitiva delle nostre attività, al licenziamento forzoso di alcune migliaia di dipendenti qualificati, formati e inquadrati a tempo indeterminato, oltre all'assoluta impossibilità a non assumere stagionalmente altrettanti giovani.”

L'introduzione del “passaporto sanitario”, in ogni caso dovrebbe essere avallata dal Governo, come ha spiegato il ministro degli Affari Regionali Francesco Boccia.

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