COME SI MANGIAVA A BORDO DEI VELIERI LIGURI – 2


Nei barchi bestia (nave goletta, dal termine inglese the best barque (o bark), la "barca" migliore - con "barque/bark" che in inglese significa veliero a palo) e sulle scune (adattamento italiano dell'inglese schooner; brigantino goletta) veniva piantato dentro una zona riparata detto giardinetto u Baxiaicò.
(Ge) Basilico: l'erba regale, dal gr. BASILIKON e dal latino BASILICU > baséregu..). La venerazione che per questa pianta avevano i Liguri era così sviscerata, guai a non piantarla sulle "scune" e sui "barchi béstia". Nel minestrone pestando nel mortaio un po' di basilico ed aglio aggiungendo un cucchiaio d'olio, un po' di formaggio di pecora grattugiato si aveva il sentore di cucina di casa.
Una volta in mare, la novità arrivava dallo scorricane una lenza munita di un grosso amo, con uno snodo a molinello allascata a poppa, qualunque pesce abboccava era cucinato. Molto ricercata era la Süssapéije (succhia pece)(Vent.) Lampreda marina. PETROMYZON MARINUS L. Chiamata anche "Süssa pesciu"(succhia pesce), per la vita parassitaria che conduce sul corpo del pesce, al quale succhia il sangue e morde le carni. La variante süssapéije é nata dal fatto che le lamprede si attaccavano in primavera allo scafo, calafatato con la pece, dei velieri. Si facevano condurre comodamente alle foci dei fiumi, poi risalivano i corsi d'acqua per riprodursi. I marinai dei velieri per catturare le lamprede cambiavano bordo, facevano cioè emergere un fianco della nave. Se allo scafo erano attaccate lamprede, le staccavano servendosi di un coltello.
Troppe volte si cacciavano i delfini con un arpione particolare. I vecchi marinai dicevano che era come uccidere i bambini, visto che emettevano lamenti quasi umani.
(estratto da "Imponderabile mondo del marinaio ligure visto da Luì Cerìn: tra Tempeste e Dragunne" Sanremo News 25/01/2012)

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