Problemi finanziari per World Sailing, la federazione mondiale della vela. Le casse dell'associazione sarebbero infatti vuote, tanto da poterla portare sull’orlo della bancarotta. Già da qualche tempo in realtà l'ente internazionale mostrava sofferenze economiche, e il problema era stato sollevato anche durante le assemble generali dell'organizzazione dove erano state contestate le spese per la gestione dell'ente e soprattutto il costoso trasferimento nella sede di Londra. I problemi poi si sono acuiti dopo il rinvio delle Olimpiadi di Tokyo a causa della pandemia di Coronavirus; lo slittamento dei giochi giapponesi all'estate 2021 farà venire meno infatti anche la quota di finanziamenti elargiti dal Cio alla vela. Una fonte importante di introiti, basti pensare che per le Olimpiadi di Rio 2016 World Sailing ha ricevuto dal Cio 11 milioni di dollari. Già per svolgere le normali attività degli ultimi mesi l'associazione aveva dovuto attingere a un fondo di riserva istituito nell'Isola di Man dall'ex segretario generale Arve Sundheim, il quale perseguiva una politica di maggiore rigore delle spese e aveva stabilito con lungimiranza che un quinto dei finanziamenti del Cio fossero accantonati in un fondo di emergenza. Una oculatezza abbandonata dalle gestioni successive fino a diventare insostenibile con l'attuale amministratore delegato Andy Hunt.
In un'intervista alla rivista statunitense Sail lo stesso vicepresidente di World Sailing Perry Scott ha ammesso che la situazione finanziaria già precaria è stata peggiorata dall'arrivo del Covid-19, e per questo motivo occorre agire tempestivamente e superare le divergenze nate in seno al Consiglio dell'associazione. Nello specificico Scott suggerisce quattro misure urgenti: la riduzione dei salari dei dipendenti del 20 per cento, rinegoziare i costosi canoni di locazione degli uffici di Londra, usare i fondi governativi di aiuto alle imprese e chiedere il pagamento anticipato delle quote del Cio destinate alla vela.