VECCHIE VELE: BRIGATINO A PALO ERMENEGILDA DANOVARO


Il brigantino a palo Ermenegilda Danovaro venne costruito a Varazze (*) dai cantieri Baglietto (**) di Varazze (**) nel 1880 per conto dell'Armatore Danovaro di Genova. Stazzava 407 tonnellate lorde.
Nel 1910 l'unità venne acquistata dall'Armatore Simone Dapelo di Camogli che la ribattezzò Bianca Rosa, utilizzandola per i traffici del carbone. Il Dapelo di Camogli era specializzato nel traffico e nel commercio di carbone vegetale che acquistava, trasportava e rivendeva soprattutto sul mercato di Genova. Arrivò ad avere una dozzina di bastimenti dediti a questo commercio.
Nel 1938-39 la Bianca Rosa era ancora in servizio.
Al termine della seconda guerra mondiale non risulta più nei Registri.

(*) "Varazze fu, veramente, una delle principali benemerite, anzi la principale benemerita della ascesa velica ed armatoriale di Liguria. E d'Italia. Perché fu essa, con i suoi dodici costruttori navali di prima classe ed otto di seconda classe, con le sue impareggiabili maestranze, con i suoi tanti cantieri e con il suo adeguato arenile, quella che diede le navi per gli spostamenti armatoriali dei navigatori di Liguria.
Per poter proclamare davanti agli stranieri, documentandolo, "che i più grandi siamo stati noi" e che la nobile e tenace Varazze, soltanto in 65 anni, cioè dal 1800 al 1865, seppe dare agli armatori di Liguria ben 1680 navi e più di duemila legni da cabotaggio, bisogna fare un passo indietro anche per offrire agli stessi stranieri la spiegazione e genesi di questa sua formidabile attività costruttiva.
Varazze adunque poté costruire quel tanto naviglio per due principali ragioni:
Perché ebbe, da secoli, delle impareggiabili maestranze e perché fu la patria di costruttori "nati" diretti discendenti di quegli uomini che già venti secoli fa erano fabbricanti di navi sull'arenile di Varazze. Il distintivo della stessa città, L'"Hasta ad Navalia" informi."
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(Giampaolo Ponteprino - Racconti Marinari)

(**) Il Cantiere Baglietto, che diverrà famoso in tutto il mondo per la costruzione di prestigiosi yachts, è nato nel 1854 con Pietro Baglietto che costruiva gozzi da pesca. La prima barca da regata è il cutter Rosy, di 7m e 50, costruito per il conte Giuseppe Ponza di San Martino.
. 12 metri SI: Vincenzo Vittorio Baglietto, laureatosi in ingegneria navale a Glasgow dopo la fine della Prima Guerra Mondiale, torna a casa e diventa il nuovo progettista del cantiere. Suo è il progetto del primo Dodici Metri costruito in Italia: La Spina, varato nel 1929. "La Spina infatti - malgrado delle finissime linee di carena che permettono di pronosticarlo ottimo camminatore - venne dotato di comodissime sistemazioni interne comprendenti un salone, una cabina padronale, un'altra cabina per ospite, una saletta nautica, una cucina, un gabinetto da bagno, locale equipaggi, ecc, ecc..."
Bisognerà attendere il 1985 per vedere lo scalo dei cantieri occupato da un altro Dodici, Italia I progettato da Giorgetti e Magrini in vista della Coppa America 1987 in Australia.
(Nautica report)
. DRAGONE: Negli anni 1950-51 il cantiere Baglietto costruisce, in vista delle Olimpiadi del 1952, quattro Dragoni: MANUELA per Beppe Croce, TERGESTE per Bruno Abba, ISTRIA per lo Yacht Club Adriaco e GALATEA II per Guido Ferrari. Quest'ultimo scafo, con Giuseppe Carattino (timoniere), Antonio Carattino e Carlo Maria Spirito, dimostra di essere il più preparato alle preolimpiche del 1951 e va alle Olimpiadi di Helsinki del 1952 dove si classifica 9°. Tergeste, timonato da Sergio Sorrentino, con Piero Gorgatta e Annibale Pelaschier, vince nel 1955 il Marblehead Trophy, nonchè la Coppa Olimpia.
(Franco Belloni - 70 anni della FIV)
Tergeste e Galatea II, debitamente restaurati a cura dei loro attuali appassionati armatori, regatano ancora ad armi pari con i dragoni moderni in vetroresina.
. 5.50 metri SI: Negli Anni '50 e '60 i Cantieri riprendono il filo di una tradizione agonistica ricca di vittorie con la costruzione di vari 5,5 metri S.I. E fioccano gli allori: il TWINS VI trionfa nella "Coppa d'Italia" a Helsinki (1953) ed a Genova (1954), il TWINS VII conquista in Svezia a Sandhamn, primo successo italiano, la "Coppa d'Oro" nel 1955, e l'anno successivo, la "Coppa di Francia" a Ginevra.
Conclude la serie nel 1964 il VOLOIRA III progettato da Ray Hunt.
. MIRANDA IV: Per sintetizzare il genio del cantiere basta ripercorrere le vicende di una barca in particolare: all'inizio di giugno del 1951, esattamente il 5, i Cantieri Baglietto vararono la prima "superbarca" d'altura italiana del dopoguerra, il Miranda IV. Disegnata da un grande progettista inglese dell'epoca, Jack Laurent Giles, all'epoca cinquantenne, Miranda presentava linee alquanto diverse da quelle tipiche di questo progettista, con un'innovazione ardita ed estremamente efficace, la pinna di deriva di ridotte dimensioni e la pala del timone staccata dalla stessa, all'estremità posteriore dell'opera viva, imperniato su un supporto che non veniva ancora chiamato skeg.
Il Miranda IV si dimostrò subito quasi imbattibile. Miranda IV è atipico, nella produzione di Giles, che sino alla scomparsa nel 1969 non risulta abbia disegnato altre barche con il timone separato dalla chiglia; l'importanza di questa caratteristica per ridurre la superfice bagnata non sfuggì invece a Vincenzo Vittorio ed a Pietro Baglietto che elaborando dagli spunti del Miranda disegnarono il Mait e l'EA, altre due barche che hanno fatto la storia dell'altura italiana.
(VELA)


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