ANIMA LASER… MARCHIO ILCA DINGHY


16 gennaio - FAREVELA ha affrontato nel dettaglio la lunga vicenda della Laser e di ILCA. In precedenti articoli abbiamo spiegato come questo cambio di brand e la modifica alle regole di classe con apertura del mercato dei produttori, con il mancato uso della parola "Laser" nella definizione di costruttori, dovesse essere letta nel tentativo (che ha avuto successo) di mantenere da parte dell'International Laser Class Association lo status olimpico anche per il 2024.
La materia è ostica e, in fondo, ai velisti interessa solo poter regatare e divertirsi, sognando magari l'Olimpiade, sul miglior attrezzo velico che sia mai esistito. La vera barca ad armi pari per chi ha il fisico giusto per la giusta vela. Ecco perché, spesso, la lunga e complicata diatriba legale sul trademark, la vicenda delle battaglie commerciali tra Laser Performance Europe e le rivali giapponesi (licenziataria per Giappone e Corea) ed australiane (per l'Oceania), la riservatezza su quanto stava accadendo in sede di antitrust in Comunità Europea, sono state lette come un fastidio non necessario.
Invece, va detto, tutto ciò era dovuto se la classe Laser voleva mantenere il suo status olimpico, garantendo nel contempo la ricchezza e vitalità di tutte le filiere propedeutiche (Laser 4.7 e Laser Radial).
In un lungo comunicato emesso ieri International Laser Class Association ILCA, chiarisce adesso come questo processo fosse inevitabile. La classe RS Aero, deriva prodotta dal potente cantiere britannico RS, era già pronta a subentrare come singolo olimpico. RS Aero aveva già presentato un programma di apertura del mercato dopo l'esito a lei favorevole dei Trial del marzo 2019 a Valencia.
Opportunamente il Council di World Sailing aveva comunque preferito il Laser, ma a patto che la classe si fosse messa in regola con le procedure di libero mercato diventate obbligatorie in seguito all'azione iniziata presso l'Antitrust, prima italiano e poi europeo, da un gruppo di stakeholder che contestavano l'esistenza dei monopoli nell'ambito delle attrezzature olimpiche, fatto contrario alle norme sul libero commercio internazionale.
Nel suo comunicato ILCA chiarisce questo passaggio in alcuni periodi chiave:
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(Michele Tognozzi - Farevela)

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