Inquinamento: a Mergellina il mare è diventato bianco


La mattina del 9 gennaio i diportisti del porto Turistico di Mergelleina a Napoli si sono trovati a galleggiare con le loro barche su una poltiglia biancastra e maleodorante. Uno shock che in breve tempo ha contagiato tutta la città.
«Intorno alle ore 11,30-12 – hanno dichiarato  in una nota congiunta il consigliere regionale dei Verdi, Francesco Emilio Borrelli e il consigliere comunale del Sole che Ride, Marco Gaudini – il mare ha assunto un colorito biancastro, emanando un cattivo odore, simile a quello sprigionato dai composti chimici. In pochi minuti l'intera area del porticciolo turistico adiacente il molo degli aliscafi ha assunto un colorito lattiginoso. L'aggressività della sostanza potrebbe aver danneggiato gravemente l'ecosistema, provocando la morte della fauna ittica e l'intossicazione degli uccelli marini».

Le indagini condotte dal Reparto Operativo Aeronavale della Guardia di Finanza di Napoli e della Polizia municipale hanno individuato il responsabile, incastrato dalle videocamere di sorveglianza della zona. Si tratta di un autospurgatore di Caivano, che ha scelto le fogne del Capologuo partenopeo per liberare la propria autocisterna da diecimila litri di polveri di marmo.

Dopo aver aperto diversi tombini l'uomo, ora indagato per inquinamento ambientale, ha optato per il chiusino sbagliato accedendo alla conduttura di scarico a mare anziché a quella delle fogne di profondità. Il rifiuto speciale, naturalmente privo dei documenti che ne certifichino provenienza e destinazione non sarebbe, a detta degli inquirenti, da classificare come tossico malgrado l'odore pungente e le testimonianze raccolte che riferiscono di pesci senza vita risaliti a galla in seguito al contatto con la sostanza.

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