6 novembre - È un Francesco Ettorre furioso, ed anche decisamente perplesso, quello che parla a Fare Vela appena rientrato dall'Annual Conference di World Sailing a Sarasota. La scelta di introdurre una generica barca a chiglia offshore mista (ma sarà tale?) al posto del Finn, ed ancor più la sempre più netta separazione tra Governance, di quella che era la federazione mondiale della vela, e reale base di praticanti sono al centro della nostra conversazione. Futuro della vela a rischio? Beh, se ad essere preoccupato è anche il presidente della Federazione Italiana Vela...
"Non ci è piaciuto il modello di Governance che si sta portando avanti, che si vuole di fatto imporre alle federazioni nazionali", ed il riferimento alla gestione del CEO non velista Andy Hunt è diretto e soffocante come un pugno allo stomaco. "In pratica qualsiasi confronto dialettico e di strategia in seno al Council e all'AGM (l'assemblea delle MNA, le 145 federazioni nazionali) è svuotato e reso impossibile. Di fatto in AGM a Sarasota ci sono state 65 MNA votanti, molte più del solito, e questo ha fatto diventare decisivi voti di Paesi marginali come, faccio un esempio, le Samoa o le Isole Cook dove il rappresentante magari gestisce una semplice scuola vela...".
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(Michele Tognozzi - FV News dell'8 novembre 2018)
ETTORRE CRITICA LE SCELTE DI WORLD SAILING
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