Speronati da un cargo e affondati. È questa l'ipotesi che ha portato la procura di Roma ad aprire un'inchiesta sulla scomparsa di Aldo Revello e Antonio Voinea, i due velisti di La Spezia dispersi dal 2 maggio al largo del Portogallo mentre rientravano in Italia da una traversata atlantica sul "Bright". A sostenere la tesi dell'affondamento del Benétéau Oceanis 473 italiano sarebbe una fonte anonima che in questi mesi ha tenuto una corrispondenza via facebook con Rosa Cilano Revello, moglie di Aldo. La donna, che in un primo momento si era dimostrata scettica sul contenuto di quei messaggi scritti in inglese, pensando fossero frutto di un mitomane, si è ricreduta quando l'interlocutore ha iniziato a scendere nei particolari dell'accaduto: «Da un mese questa fonte mi scrive e ci ha fornito dettagli troppo precisi per pensare non siano veri. – ha dichiarato la Revello – E combaciano tutti con i dubbi che avevamo sin dall'inizio». Passato lo scetticismo iniziale, la stessa Revello ha dunque deciso di passare le informazioni ai magistrati romani che hanno aperto un fascicolo sul caso, sperando che la fonte anonima possa farsi avanti e raccontare ciò che sa di questa brutta storia.
Il "Bright" era salpato il 7 aprile dalla Martinica con rotta verso l'Italia, un viaggio tranquillo fin quando a circa 330 miglia nautiche a Est di Sao Miguel, alle Azzorre, all'improvviso si sono perse le tracce. La scomparsa di Aldo e Antonio aveva da subito suscitato la commozione della comunità dei velisti e dell'opinione pubblica, che per giorni si erano mobilitate affinché non fossero interrotte le operazioni di ricerca da parte della Marina portoghese e italiana. Dall'altro canto il presunto affondamento del "Bright" aveva destato perplessità fin dalle prime ore, in molti tra velisti ed esperti infatti non si spiegavano come avesse fatto una barca di 14 metri con un equipaggio esperto a svanire nel nulla mentre navigava in pieno giorno (l'allarme dell'Epirb è scattato alle ore 13,48) con buone condizioni di mare e di visibilità.
