Patrick Phelipon ha annunciato che non parteciperà al Golden Globe Race 2018 il giro del mondo senza scalo e in solitario ideato dall'inglese Don McIntyre riepilogativo, nella forma e nella sostanza, dell'omonima impresa vinta tra il 1968 e il 1969 da Robin Knox-Johnston e che ebbe come co-protagonista Bernard Moitessier. Il motivo della rinuncia del navigatore francese (e romagnolo di adozione), è dovuto alla decisione della Federazione della Vela Francese di trasformare la regata in un record perché gli standard di sicurezza non sono stati ritenuti adeguati a classificarla come regata. La particolarità di questa gara è infatti di ricreare le stesse condizioni di mezzo secolo fa, ammettendo al via solo barche tra i 32 e 36 piedi a chiglia lunga e costruite prima del 1988. Inoltre anche la strumentazione a disposizione dei concorrenti deve essere ridotta al minimo: praticamente bussola e sestante. A bordo ci sarà il gps, ma sarà sigillato e potrà essere utilizzato solo in caso di emergenza, così come l'Epirb.
«La radicalità dell'impresa ideata da McIntyre - spiega il navigatore - si spinge a impedire agli iscritti di comunicare con la terreferma il ché rende poco appetibile per gli sponsor finanziare una prova di questo tipo. Quando mi sono iscritto alla regata pensavo che su alcuni punti il regolamento si sarebbe ammorbidito. Non è stato così. Non ho nulla in contrario a navigare solo col sestante e con una barca di almeno 30 anni, ma vietare per esempio l'Ais attivo, impedire ai concorrenti di condividere la propria impresa attraverso i social network, fornirgli una telecamera digitale, ma appropriarsi dei diritti sui filmati e vietarne la diffusione, mi sembra eccessivo. Anche la musica lo si potrà ascoltare solo con le cassette! Se a tutto ciò si aggiunge poi il disconoscimento da parte della Federazione della vela che ha trasformato l'impresa da regata a record, preferisco partire per un giro del mondo a modo mio».
La navigazione di Phelipon infatti non finisce qua. Partirà da solo il 22 agosto da La Rochelle, lo stesso giorno in cui Moitessier salpò nel 1968 e ne seguirà la rotta.
«Lo faccio per una motivazione personale. Lo avevo fatto nel 1973 con Eric Tabarly in equipaggio e ora mi affascina l'idea di replicarlo in solitario».
Phelipon compirà la sua impresa a bordo di Elbereth un Endurance 35 Ketch, costruito in Francia nel 1970 su progetto di Peter Ibold. Attualmente la barca si trova in cantiere a Fiumicino per dei lavori di messa in sicurezza e di rinforzo della struttura.
Patrick Phelipon, nato ad Agadir, in Marocco, nel 1953, è un velista fin dai 10 anni di età. A 19 anni ha partecipato alla prima edizione della Whitbread Round the World Race con Eric Tabarly a bordo del Pen Duick VI. In seguito arriva in Italia dove, insieme a Cino Ricci prende parte a 3 campagne per l’Admiral’s Cup. In Italia, dove si trasferisce, inizia a lavorare anche come progettista, costruttore navale e velaio, continuando la sua attività di velista e regatante in competizioni sia in Mediterraneo che in oceano.