SARDINA


Ordine: CLUPEIFORMI
Famiglia: Clupeidae
Genere: Sardina

Sardina pilchardus (Walbaum) 1792****

Generalita’

Ha il corpo allungato, fusiforme, compresso ai lati. L’occhio e’ grande e circolare, provvisto di palpebra adiposa posteriore bene sviluppata. La bocca e’ grande, incisa obliquamente, munita di denti piccolissimi. Il corpo e’ ricoperto di grandi scaglie molto caduche, il cui numero, sulla linea laterale, e’ di circa una trentina. L’opercolo e’ striato verso il basso. La pinna dorsale e’ unica, situata a circa meta’ della lunghezza dell’animale; l’anale e’ allungata, a raggi molto corti, inserita in posizione molto arretrata rispetto all’impianto della dorsale; la caudale e’ forcuta, munita su ogni lato di due scaglie appuntite; le ventrali sono molto piccole, in posizione mediana; le pettorali, invece, sono grandi, inserite molto in basso. Il colore dell’animale e’ azzurro-bluastro sul dorso e argentato sui fianchi e sul ventre. In prossimita’ dell’opercolo, molto spesso, c’e’ una macchia nerastra seguita da alcune macchioline nere che arrivano fino al limite posteriore della dorsale, non sempre bene evidenti. La sua lunghezza si aggira sui 15-20 cm.

D = 17/18; A = 17/21; C = 4-18/19-4; P = 14/17; V = 6/8

Costumi

E’ un pesce migratorio e gregario. Durante il periodo della riproduzione si avvicina spesso alla costa mentre nei mesi invernali si spinge piu’ al largo e in profondita’. Si nutre principalmente di plancton.

Pesca

La Sardina si pesca in tutti i mesi dell’anno, soprattutto da marzo a settembre, con reti a strascico, da posta e reti da circuizione uguali a quelle usate per la cattura delle Acciughe, con l’ausilio di una fonte luminosa.

Commestibilita’

Ha carni molto buone: si consumano fresche, sott’olio o sotto sale.

Distribuzione nei mari d’Italia

E’ molto comune lungo tutte le nostre coste.

Note o curiosita’

Anticamente la Sardina veniva chiamata scientificamente Arengus minor; solo in tempi relativamente recenti, nel 1906, e’ stato creato il genere Sardina, caratterizzato dalle strisce radiali sull’opercolo e dall’impianto della pinna dorsale che e’ piu’ vicino all’apice del muso che alla base della pinna caudale, un po’ piu’ avanti rispetto all’impianto delle pinne ventrali. Questa specie, durante i primi mesi dell’anno, sia in Puglia sia in numerose altre localita’ italiane, viene pescata in enormi quantita’ allo stadio di larva, indicato genericamente con il nome di “Bianchetto” o novellame, con pochissime variazioni dialettali. Normalmente la Sardina viene pescata nelle ore notturne, con reti da circuizione a maglia fittissima e con l’ausilio di fonti luminose. Il novellame di Sardina, che spesso si accompagna con quello dell’Acciuga, viene pescato a partire da una taglia di 16 mm; in questo stadio appare trasparente, depigmentato e solo quando ha raggiunto una lunghezza di circa 45 mm compaiono sia le squame sia il pigmento e diventa assai vorace, cibandosi di Oladoceri, Copepodi e Veliger di Molluschi. Il Bianchetto, agli inizi dell’anno nei mesi di gennaio-febbraio, si raduna in grosse quantita’ proprio sottocosta a causa dell’aumento della temperatura dell’acqua marina. Agli inizi della primavera, infine, col cambio delle condizioni idrobiologiche, prende il largo scomparendo definitivamente dall’area costiera. Anticamente la pesca del Bianchetto era proibita poiche’ la cattura era limitata ad esemplari molto piccoli destinati al popolamento delle nostre acque. Solo in tempi molto recenti, nel 1977, e’ stata liberalizzata ma ridotta a soli due mesi, variabili a seconda delle localita’, nel periodo compreso tra i mesi di gennaio e aprile. Questa necessita’ e’ scaturita dal fatto che nell’Adriatico e in tutti gli altri mari italiani, la presenza della Sardina e’ stata sempre massiccia e poiche’ non trova proporzionale richiesta nei nostri mercati, si e’ ritenuto di pater liberalizzare la pesca del Bianchetto che viene commercializzato con molta facilita’ e venduto a prezzi molto alti, in quanto e’ ritenuto pesce pregiato. Naturalmente, gli esemplari che costituiscono il Bianchetto possono appartenere anche a specie differenti e in proporzioni diverse a seconda delle localita’: si rinvengono quindi anche novellami di Liza, aurata (Cefalo dorato), Boops salpa (Salpa), Gymnammodytes cicerellus (Cicerello), Atherina boyeri (Latterino) e tanti altri stadi larvali di vertebrati ed invertebrati.


Da “Atlante dei pesci dei mari italiani” di Francesco Costa

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