Il 5 novembre salpa da Le Havre (Francia) la "Transat Jaques Vabre", una delle transoceaniche più attese e difficili del circuito velico che dal 1993 si svolge ogni due anni. In acqua ci saranno 38 equipaggi a sfidarsi su un percorso di 4.350 miglia che porta fino a Salvador de Bahia, in Brasile. La flotta è divisa in quattro categorie: Class 40 (monoscafi di 12 metri), Imoca 60 (monoscafi di 18 metri), Multi 50 (trimarani di 15 metri) e Ultime (maxi trimarani di lunghezza superiore o uguale a 18 metri). Il percorso delle regata è complesso e richiede un'alta capacità di gestire le diverse condizioni meteorologiche. Quest'ultime infatti passano dalle acque burrascose del golfo di Biscaglia alle calme del Pot au Noir, la zona di convergenza intertropicale nei pressi dell’Equatore caratterizzata da basse pressioni, temporali e assenza di vento. Proprio in questo punto un errore di strategia può far perdere l'eventuale vantaggio accumulato e vanificare la vittoria o, viceversa, una abile scelta tattica far guadagnare posizioni.
Al via ci sono molti grandi nomi della vela oceanica, da Thomas Coville a Tanguy De Lamotte, da Jean Pierre Dick a Kito de Pavant. Tra questi anche cinque italiani. In classe Imoca 60 infatti salpa Giancarlo Pedote a bordo di “Newrest-Brioche Pasquier”, con il ruolo di co-skipper del francese Fabrice Amedeo. Pedote ha già partecipato alla “Transat Jacques Vabre” nel 2015, aggiudicandosi la vittoria nella classe Multi 50 insieme a Erwan Le Roux. Per il velista toscano questa regata è anche il “battesimo” nella classe Imoca 60 in vista dell'obiettivo di prendere parte alla “Vendée Globe 2020”. In Class 40 invece ci sono due equipaggi italiani composti da Massimo Juris e Pietro Luciani, in gara a bordo di “Colombre XL”, e Andrea Fantini in coppia con Alberto Bona su “Enel Green Power”. Di questi quattro velisti solo Andrea Fantini è alla seconda edizione, dopo quella corsa nel 2011 e conclusa insieme a Tommaso Stella al 9° posto.