"America’s Cup": ricomincia la sfida Oracle – New Zealand


Sono stati cinque giorni di interviste al vetriolo, qualche screzio ma soprattutto di incessante lavoro nel segreto degli hangar quelli che hanno fatto da preambolo all'inizio del secondo atto della “Coppa America”. Il 24 giugno infatti i catamarani “volanti” Ac 50 di “Oracle” e “Team New Zealand” tornano in acqua a Bermuda per disputare le gare 5 e 6, delle 13 in programma, per la conquista dello storico trofeo velico. Si parte da un inaspettato 3 a 0 a favore dei Kiwi, che aggiudicandosi le prime 4 regate svoltesi il 17 e 18 giugno, hanno dimostrato una netta supremazia sul defender statunitense. Il punteggio non è di 4 a 0 perché Oracle è partita con un punto di vantaggio per avere vinto la fase di qualificazioni della Louis Vuitton Cup.

Finora l'esordiente timoniere Peter Burling, già oro olimpico nello skiff 49er, ha dato prova di grande abilità e freddezza, riuscendo a battere l'esperto Jimmy Spithill in tutte le partenze. Sul campo di regata, poi, lo scafo neozelandese "Aotearoa" naviga mediamente a due nodi in più di Usa17, velocità che nelle prime quattro prove si è tradotta in un vantaggio di un minuto e oltre sul traguardo. La soluzione dei pedali per i grinder al posto delle manovelle e i foil ottimizzati per venti medi-leggeri (7-12 nodi) si sono dunque dimostrati l'arma in più in mano ai kiwi e se gli uomini di “Oracle Team” in questa lunga pausa non avranno annullato il gap di prestazioni la “Coppa America” già il 25 giugno potrebbe prendere la strada di Auckland. Intanto alla vigilia della ripresa delle regate, bocche cucite da parte di tutti, soprattutto dei neozelandesi, che dopo la cocente rimonta del 2013 (si passò da 8 a 1 per i neozelandesi a 9 a 8 per gli statunitensi) prima di cantare vittoria, questa volta sicuramente aspetteranno di avere conquistato il settimo e ultimo punto decisivo.

I commenti sono chiusi.