Dragaggio nei porti: regole più semplici


L'esigenza di tutelare l'ambiente dai possibili effetti inquinanti dei dragaggi nei porti ha generato in questi anni una complessa normativa che ha reso ogni scavo un'odissea burocratica. Con nefaste ripercussioni sull'accessibilità degli approdi. Ora la situazione dovrebbe cambiare. Martedì 6 settembre è entrata in vigore infatti la nuova normativa che disciplina le operazioni di dragaggio negli approdi italiani. Si tratta di un pacchetto di interventi composto da due regolamenti e una modifica normativa.

I regolamenti disciplinano sia le modalità di dragaggio nei Siti di interesse nazionale (Sin), sia quelle da adottare al di fuori di queste aree e indicano modalità e criteri per la gestione del materiale dragato superando le difficoltà riscontrate finora nel suo utilizzo per ripascimento, per l'immersione in mare o il contenimento nelle vasche di colmata o di raccolta. E proprio i criteri con i quali devono essere costruite quest'ultime, erano stati già semplificati a febbraio con delle modifiche nel Collegato Ambientale, provvedimento sul quale si è di nuovo intervenuti definendo le linee guida e i valori di riferimento che consentono l'automatica deperimetrazione delle aree a mare da Sin a Sir (Siti di interesse regionale).

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