Milano dedica un parco ad Ambrogio Fogar


I giardini della Darsena di Milano saranno intitolati ad Ambrogio Fogar, il noto esploratore e navigatore morto il 24 agosto 2005 nel capoluogo lombardo all'età di 64 anni. L'amministrazione comunale ha dato il via libera affiché lo spazio verde di Porta Ticinese sia intitolato al famoso concittadino che grazie alle sue imprese ha portato il nome della città e dell'Italia in giro per il mondo. È stato scelto un luogo simbolo che sorge di fronte a un importate specchio d'acqua urbano da poco restaurato, hanno spiegato i promotori dell'iniziativa, tra i quali ci sono la famiglia Fogar, la Lega Navale Italiana e l'Associazione Italiana Marinai d'Italia che qui ha anche la sua sede. La cerimonia ufficiale di intitolazione è in programma alle ore 12,30 di mercoledì 18 maggio, ma i “giardini Fogar” sono già aperti al pubblico, anche in vista del salone nautico “NavigaMi” che si terrà nell'area della Darsena dal 13 al 15 maggio.

Ambrogio Fogar, nato il 13 agosto del 1941 a Milano, è stato esploratore, navigatore e scrittore. Una personalità poliedrica con l'avventura nel sangue. La sua prima impresa a vela risale al 1972 quando attraversò il Nord Atlantico in solitario. Dal 1° novembre 1973 al  7 dicembre1974, poi, a bordo del “Surprise” circumnavigò il pianeta navigando da Est verso Ovest, ovvero contro i venti dominanti; primo italiano a effettuare questa impresa. Nel 1978 naufragò insieme all'amico Mauro Mancini al largo delle isole Falkland, i due restarono per 74 giorni alla deriva su una zattera di salvataggio finché non vennero recuperati dal cargo “Master Stefanos”. Fogar sopravvisse nonostante il grave stato di denutrizione, mentre Mancini morì a causa del sopraggiungere di una polmonite. In seguito si dedicò ad altre attività, tra le quali esplorazioni polari e rally automobilistici. E fu proprio durante la gara “Pechino-Parigi” del 1992 che l'auto sulla quale viaggiava si ribaltò; l'incidente lo paralizzò dal collo in giù. Visse così i restanti 13 anni di vita, durante i quali però non smise la sua attività di divulgatore; una forza di volontà che nel 1997, con una particolare sedia a rotelle, lo portò di nuovo in mare per partecipare al “Giro d'Italia a Vela”.

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