L'Oman ha rinunciato all'organizzazione delle “Youth Sailing World Championships 2016”, i mondiali di vela giovanili in programma a fine anno. Un passo indietro che rammarica l'intero mondo della vela perché nasconde una motivazione di carattere politico e non sportivo. L'Oman infatti non ha rapporti diplomatici con Israele, motivo per cui molto probabilmente agli atleti israeliani non verrebbe concesso il visto d'ingresso per le regate. La decisione del governo di Muscat arriva dopo la pubblicazione del nuovo regolamento contro le discriminazioni da parte della World Sailing (Federazione della Vela Internazionale) che in sintesi prevede la libera partecipazione alle competizioni mondiali per tutte le nazioni. Per chi trasgredisce queste regole sono previste sanzioni che vanno dalla mancata assegnazione di eventi internazionali, fino all'espulsione dalla World Sailing.
L'esigenza di un regolamento che garantisca pari trattamenti per tutti gli atleti del mondo è emersa dopo che la Malesia aveva negato il visto di ingresso a due velisti israeliani che dovevano partecipare ai Mondiali Giovanili dello scorso dicembre. In quell'occasione le polemiche si concentrarono proprio sulla World Sailing e il suo presidente Carlo Croce, accusati di non avere saputo né prevenire, né impedire questa ingiustizia.
Ora il problema rischiava di ripresentarsi con l'Oman, proprio lo Stato che da un punto di vista velico sembrava avere aperto uno squarcio nell'isolazionismo islamico, con ingenti investimenti e politiche di diffusione giovanili, anche tra le donne, conquistando un posto di rilievo nelle regate internazionali, fino a ospitare nei giorni scorsi le regate del circuito dell'America's Cup. Segno che anche nello sport della vela c'è ancora molto da lavorare per abbattere l'ingombrante muro delle discriminazioni.
La World Sailing intanto ha comunicato di essersi attivata per cercare al più presto un'altra federazione nazionale disposta ad organizzare l'evento per il mese dicembre.