El Nino: nel 2016 intensità simile al 1997


Le immagini in figura presentano le osservazioni e misure effettuate, a sinistra, dal satellite franco – Americano Topex-Poséidon nel novembre 1997, allorché si verificò il "Niño del 20° secolo” e, a destra, le stesse osservazioni e misure realizzate nel recente mese di novembre 2015 dai satelliti Jason-2, Saral-Altika, HY-2A e Cryosat. Quando è così intenso, El Niño, influenza i climi del globo: siccità in un luogo, piogge torrenziali in un altro, cicloni tropicali violenti in un altro… Durante l’inverno 1997-1998, “l'enfant terrible” del Pacifico ha interessato, secondo del Nazioni Unite, 110 milioni di persone, causato, fra queste, la morte di 24.000 per tempeste e inondazioni, provocato 40 miliardi di dollari di danni, segnatamente fra le produzioni agricole e la pesca.

El Niño ha un impatto sulla temperatura a scala planetaria: ha, in parte, la responsabilità del record di temperatura verificatosi nell’ottobre 2015: +1,04°C in rapporto al riferimento climatico calcolato negli anni 1951-1980. Tasca d’acqua calda situata sotto la superficie marina, El Niño comporta un’elevazione del livello del mare sotto l’effetto della dilatazione molecolare dell’acqua. Seguito dai satelliti altimetrici, capaci di osservare la sua propagazione verso l’ovest del Pacifico, fin sulle coste sudamericane, questo episodio così intenso, come l’attuale, è in grado di sollevare il livello del mare di 25 centimetri in rapporto alla media sull’insieme del bacino dell’oceano Pacifico.
E in Italia? L’attuale situazione anticiclonica, certo non usuale, è destinata, secondo i dati oggi disponibili, fino alla fine dell’anno corrente; una sostanziale variazione, con un peggioramento del tempo, si potrà avere fra l’1 e il 3 gennaio 2016, con il transito di una depressione.

Gian Carlo Ruggeri
(Meteorologo)

 

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