Codice della Nautica approvata la riforma


La riforma del Codice della nautica da diporto è arrivata a una svolta decisiva. La Camera dei Deputati mercoledì 23 settembre ha approvato infatti definitivamente il disegno di legge che autorizza il Governo ad aggiornare le norme che regolano la navigazione delle unità da diporto, nonché a intervenire per semplificare il loro regime amministrativo e le attività di controllo in mare. Ora l'esecutivo ha due anni di tempo per emanare la serie di decreti legislativi che dovranno revisionare e integrare l'attuale Codice del luglio 2005 e rendere operative le indicazioni contenute nella legge delega. Questa si compone di un unico corposo articolo diviso in sette lunghi commi.

In prima linea c'è la revisione del regime amministrativo e di navigazione delle unità da diporto, che significa snellire tutte le procedure di immatricolazione e quelle di rilascio e cancellazione delle Licenze di Navigazione, dei certificati di sicurezza, le pratiche per le dismisssioni di bandiera, etc. Altrettanto importante è poi la modifica dei criteri “psicofisici” per ottenere la patente nautica. Cadrà così finalmente l'assurda norma che attualmente prevede la misurazione della vista solo con “visus naturale” e che ha creato molti problemi a chi è miope. La legge delega prescrive a questo proposito che per l'acutezza visiva bisognerà tenere conto delle correzioni apportate da occhiali o lenti a contatto, come avviene per la patente automobilistica.

Tra le materie che dovranno essere riformate dal Governo ci sono poi i titoli professionali per il diporto, con l'introduzione di un'abilitazione semplificata, l'insegnamento della vela, con la creazione della figura di un istruttore specifico, e anche la formazione nautica con l'introduzione dell'educazione marinara nei piani formativi scolastici.
L'esecutivo dovrà poi intervenire per regolarizzare i “marina resort”,  gli approdi turistici che usufruiscono dell'Iva agevolata al 10 per cento solo fino alla fine del 2015 e anche per risolvere l'annoso problema della sovrapposizione delle verifiche in mare da parte delle tante autorità di controllo; è previsto una sorta di affidamento in “esclusiva” alla Guardia Costiera. Sul fronte delle sanzioni sono invece in arrivo inasprimenti per quasi tutte le infrazioni al Codice del Diporto o alle disposizioni dell'Autorità Marittima. La delega  invita poi il legislatore a intervenire  sulla creazione di porti a secco per la cosiddeta nautica minore, a stabilire nei porti ormeggi riservati alle unità in transito e a creare accessi per i disabili negli approdi turistici.
È una riforma incisiva, insomma, quella sollecitata dal Parlamento per il settore della nautica. Al Governo non resta ora che metterla in atto.

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