Matteo Miceli recupera il suo "Eco40"


Il Class 40 “Eco 40” di Matteo Miceli torna a casa. Dopo due mesi alla deriva, in seguito alla scuffia che il 13 marzo ha bruscamente interrotto il giro del mondo in cui era impegnato il navigatore italiano, la barca è stata recuperata in Atlantico. È stato lo stesso Miceli insieme a un gruppo di amici nei giorni scorsi a raggiungere il punto stimato  della posizione della barca, che dopo essere stata individuata è stata capovolta e rimorchiata fino a Suape Port (Brasile), dove è stata alata in attesa di essere imbarcata su un cargo per il trasporto in Italia. Dalla prima stima sembrano ingenti i danni riportati da “Eco40”, i più gravi sono l'assenza della chiglia, il cui distacco ha provocato la scuffia, e l'albero spezzato in tre pezzi.

Matteo Miceli aveva già provato a recuperare la barca. Il 30 marzo scorso era infatti tornato in Brasile, dove avrebbe dovuto raggiungere la posizione inviata dal gps di bordo. Ma a 36 ore dall'arrivo sul punto stimato il tracker aveva smesso di trasmettere, rendendo così vani i due giorni di ricerca. Quando però le possibilità di ritrovare “Eco40” sembravano finite ecco che il 19 maggio un peschereccio ha comunicato di avere avvistato uno scafo capovolto al largo dell'arcipelago Fernando de Noronha, a circa 180 miglia dalle coste brasiliane. Il ricoscimento attraverso la foto scattata al momento dell'avvistamento ha quindi riacceso la speranza di recuperarla. Una speranza che si è concretizzata quando, pochi giorni dopo, il gps ha ricominciato a trasmettere. Questa volta la spedizione di Miceli è andata a buon fine e la barca è stata recuperata.

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