Archivio della categoria Pesci del Mediterraneo

RICCIOLA

Ordine: PERCIFORMI
Famiglia: Carangidae
Genere: Seriola

Seriola dumerilii (Risso) 1810****

Generalita’

Ha il corpo ovale, allungato e compresso ai lati. La bocca e’ ampia, munita di numerosi e minuscoli denti impiantati anche sulla lingua. L’occhio e’ piccolo e circolare. La superficie dell’animale e’ ricoperta di piccole scaglie il cui numero, sulla linea laterale, varia da 150 a 180. La prima pinna dorsale e’ piccola e a raggi spinosi, la seconda dorsale e’ molto allungata, a profilo falciforme; le pettorali sono piuttosto ridotte; l’anale e’ allungata ed opposta alla seconda dorsale; la pinna caudale e’ molto robusta, forcuta, a lobi appuntiti. Il colore dell’animale subisce variazioni a seconda dell’eta’. Gli esemplari piccoli sono di colore giallo con macchie verticali di colore scuro che dal dorso scendono fino ai fianchi. I giovani sono gialli mentre gli adulti hanno il dorso grigio-azzurrastro o marrone-chiaro che diventa piu’ sbiadito, con riflessi argentati, sui fianchi e sul ventre. Su ciascun fianco decorre una striscia longitudinale di colore giallastro. Puo’ raggiungere l’eccezionale peso di 90 kg e toccare anche i 2 m di lunghezza.

D1=VI/VIII; D2=34/39; A=II-18/20; C=4/5-18-4/5;P =20; V=I-5

Costumi

E’ un pesce pelagico. Vive sia su fondi sabbiosi sia rocciosi. Gli esemplari giovani vivono in vicinanza della costa, gli adulti, invece, frequentano le acque aperte. La Ricciola e’ una specie predatrice, famelica e molto resistente. Ha abitudini gregarie.

Pesca

Si cattura con reti da posta e reti da circuizione; talvolta entra anche nelle tonnare. E’ molto insidiata con le lenze di profondita’ o superficiali da traina, innescate con esche naturali, vive o morte, o con esche artificiali. Secondo alcuni pescatori l’esca piu’ adatta e’ rappresentata dalle Triglie, dai Cefali maschi oppure femmine, dopo pero’ che hanno deposto le uova poiche’ si crede che la femmina matura non sia gradita alla Ricciola. Nelle lenze superficiali da traina, molto spesso viene innescato un tentacolo di Polpo, spellato, della lunghezza di circa 20 cm e tagliato per 3/4 della sua lunghezza fino ad ottenere due parti identiche, di forma bifida. Nelle acque siciliane questa esca da’ ottimi risultati.

Commestibilita’

La Ricciola ha carni eccellenti.

Distribuzione nei mari d’Italia

E’ una specie conosciuta lungo tutte le nostre coste.

Note o curiosita’

Gli esemplari piccoli assumono un aspetto talmente diverso dall’adulto che, per lungo tempo, sono stati considerati appartenenti a un’altra specie, denominata Seriola tapeinometopon. In piu’ il corpo degli animali giovani e’ corto, alto e molto compresso. Il nome della specie deriva dal naturalista francese Dumeril.


Da “Atlante dei pesci dei mari italiani” di Francesco Costa

Nessun commento

RANA PESCATRICE

Ordine: LOFIFORMI
Famiglia: Lophiidae
Genere: Lophius

Lophius piscatorius (Linneo) 1758****

Generalita’

E’ un animale dalla forma strana. Ha il capo enorme, largo ed appiattito. La parte posteriore del corpo e’ di forma conica, molto sottile in prossimita’ della regione caudale. Gli occhi sono situati superiormente, sul dorso. Le pinne dorsali sono abbastanza caratteristiche: sono due, costituite da sei raggi lunghi e isolati, che compongono la prima dorsale e da 11-12 raggi riuniti tra loro, che compongono la seconda dorsale, impiantata nella meta’ posteriore del corpo; il primo raggio isolato della prima dorsale e’ abbastanza allungato, molto mobile, e reca all’estremita’ una espansione avente la forma di un pesciolino che serve ad attirare le prede; gli ultimi tre rani della prima dorsale, invece, sono riuniti tra di loro, alla base, da una breve membrana. L’anale e’ opposta alla seconda dorsale; le pettorali sono molto robuste e le ventrali sono inserite nello spazio giugulare; quando l’animale e’ appoggiato sul fondo queste rimangono completamente nascoste. La superficie del corpo e’ tappezzata di protuberanze mentre ai lati esiste una frangia costituita da numerose appendici carnose. Il colore e’ bruno-violaceo o bruno-grigiastro con sfumature giallastre. Il ventre e’ biancastro. L’animale puo’ raggiungere i 2 m e toccare i 40 kg di peso.

D1 = I-I-I-III; D2 = 10/13; A = 9/11; P = 23/28; C = 8; V = 6

Costumi

Vive soprattutto su fondi sabbiosi o fangosi sia a limitate profondita’ sia a quote batimetriche elevate, fino a 1.000 metri. A volte ha l’abitudine di risalire e nuotare in superficie sul pelo dell’acqua. E’ un animale estremamente vorace ed ha una alimentazione carnivora.

Pesca

Si cattura principalmente con reti radenti ma abbocca molto facilmente sia nei palamiti di profondita’ sia nelle lenze da fondo.

Commestibilita’

Ha carni ottime, particolarmente apprezzate nell’Italia Settentrionale. Si adopera pero’ solo la parte posteriore del corpo, conosciuta ovunque con il nome di Coda di rospo.

Distribuzione nei mari d’Italia

E’ frequente lungo tutte le nostre coste.

Note o curiosita’

La Rana pescatrice ospita numerosi parassiti; il piu’ comune e’ il Copepode Chondracanthus gibbosus, che si annida tra le branchie. E’ abbastanza prolifica, depone infatti fino ad un milione di uova riunite in un nastro la cui lunghezza puo’ oltrepassare i 10 metri. In molte localita’ viene anche chiamata Tutto bocca. Prima di cacciare, mediante le pinne pettorali, scava un avvallamento e, sempre con le stesse pinne, rimane sommersa dalla sabbia; a questo punto comincia ad agitate delicatamente il primo raggio della dorsale che porta alla sua estremita’, una appendice carnosa, biloba, di colore rossastro, detta “illicio”. Quando avvista una preda porta l’appendice un po’ all’indietro per cui appena e’ a tiro, con fulmineita’, ingoia l’incauto animale. A volte si tratta di Granchi o di Aragoste ma l’animale e’ piu’ restio ad ingoiare animali spigolosi.


Da “Atlante dei pesci dei mari italiani” di Francesco Costa

Nessun commento

PESCECANE

Ordine: SQUALIFORMI
Famiglia: Isuridae
Genere: Carcharodom

Carcharodon carcharias (Linneo) 1758**

Generalita’

E’ uno degli Squali piu’ grossi che popolano le nostre acque. Ha il corpo massiccio, fusiforme, molto sottile in prossimita’ della coda. Gli occhi, rispetto alla mole dell’animale, sono piuttosto piccoli. Le fessure branchiali sono ampie, di cui l’ultima, vicino alle pettorali, e’ molto piu’ lunga. La bocca, situata inferiormente, e’ provvista di circa 13 denti nella mascella superiore e una dozzina in quella inferiore: hanna forma triangolare, sono robusti e a margini seghettati. La pinna dorsale e’ impiantata a meta lunghezza dell’animale ed e’ di forma triangolare, la seconda dorsale, invece, e’ alquanto ridotta; l’anale si trova in posizione leggermente piu’ arretrata rispetto ad essa ma e’ un po’ piu’ grande; la caudale e’ molto estesa, con i lobi pressoche’ identici; le pettorali sono ampie e falciformi. Il colore dell’animale e’ grigio-ardesia o grigio-piombo sul dorso, biancastro sul ventre. Misura fino a 12 m e, eccezionalmente, puo’ pesare anche 3 tonnellate.

Costumi

Vive principalmente in mare aperto e abita quasi sempre in profondita’. A volte si accompagna con 2-3 individui anche se e’ una specie tipicamente solitaria. Si nutre di qualunque cosa gli capiti a tiro, per tale motivo viene anche chiamato lo “spazzino del mare”.

Pesca

Si cattura con grandi reti da posta, chiamate “bestinare”, oppure con appositi palancari di profondita’.

Commestibilita’

Ha carni dal sapore sgradevole ma non velenose.

Distribuzione nei mari d’Italia

E’ una specie piuttosto rara nei nostri mari. Fino ad ora e’ stata segnalata ufficialmente nello Stretto di Messina, in Liguria, in localita’ Monterosso, provincia di La Spezia, e recentemente al largo di Favignana.

Note o curiosita’

Questo Squalo viene impropriamente chiamato Squalo bianco anche se il suo colore e’ scuro. E’ quasi certamente uno fra gli Squali piu’ pericolosi di tutti i mari; attacca sia l’uomo sia le imbarcazioni. Fra tutti gli Squali e’ l’unico capace di amputare un arto con un solo morso. Nel suo stomaco sono stati rinvenuti molto spesso i materiali piu’ disparati. E’ oggetto di intensa caccia sportiva alla lenza; detiene il primato mondiale Alfred Dean, che ha catturato, in localita’ Denial Bay, in Austrialia, un esemplare di 1208,170 kg. Questo Squalo, per fortuna, e’ piuttosto raro un po’ dovunque. L’animale e’ parassitato dal Cestode Tetrarhynchus megacephalus, dai Copepodi Dinematura latifolia e Echtrogaleus coleoptratus che si insediano sulla pelle, e Nemesis Lamna nelle branchie.


Da “Atlante dei pesci dei mari italiani” di Francesco Costa

Nessun commento

PESCE VOLPE

Ordine: SQUALIFORMI
Famiglia: Alopiidae
Genere: Alopias

Alopias vulpinus (Bonnaterre) 1788***

Generalita’

Ha il corpo affusolato. La testa e’ corta con il muso arrotondato. Gli occhi sono piuttosto piccoli. La bocca e’ munita di 40-42 denti, poco sviluppati, triangolari, a margini lisci nella mascella superiore e di 34-42, di uguale forma, nella mascella inferiore. La prima pinna dorsale, posta a meta’ lunghezza dell’animale, e’ grande e di forma triangolare, la seconda dorsale, invece, e’ molto piccola, uguale ed opposta a quella anale; la coda e’ molto sviluppata: il lobo superiore e’ lungo quasi quanto il corpo dell’animale; le pettorali sono molto estese e falciformi. Le fessure branchiali sono piuttosto ridotte, in numero di 5, di cui l’ultima inizia sopra le pinne pettorali. Il colore dell’animale e’ grigiastro, brunastro, o grigio-marrone con riflessi bluastri. Il ventre e’ biancastro. Puo’ raggiungere la lunghezza di 6 m e toccare i 450 kg di peso.

Costumi

Ha abitudini pelagiche ma puo’ avvicinarsi anche in prossimita’ della costa. Si nutre soprattutto di pesce azzurro su cui piomba con rapidita’ impressionante vibrando poderosi colpi di coda che uccidono o stordiscono le prede.

Pesca

Si cattura con reti da posta, con i palancari di profondita’ oppure, quando affiora in superficie, specie in estate, con gli arpioni.

Commestibilita’

Ha carni buone non ugualmente apprezzate. Nei mercati dell’Italia Settentrionale e’ particolarmente richiesto e, a detta di molti, rappresenta una leccornia.

Distribuzione nei mari d’Italia

E’ piuttosto comune nei nostri mari, specie nella stagione estiva.

Note o curiosita’

Molti pescatori sono convinti che i giovani di Pesce volpe trovino riparo sotto le grandi pettorali degli adulti. Si tratta solo di una credenza priva di alcun fondamento. L’animale e’ parassitato da numerosi Copepodi, sia nelle branchie sia nella pelle: Dinematura latifolia, Nemesis lamna, Nemesis robusta, Nesippus orientalis. Numerosi sono anche i Cestodi: Sphyriocephalus tergestinus, oltre ai generi Phoreiobothrium e Rhyncobothrium. Il Pesce volpe si riproduce nel periodo estivo ed e’ sessualmente maturo quando arriva ad una lunghezza di circa quattro metri. Di solito porta da 2 a 4 embrioni.


Da “Atlante dei pesci dei mari italiani” di Francesco Costa

Nessun commento

PESCE SPADA

Ordine: PERCIFORMI
Famiglia: Xiphiidae
Genere: Xiphias

Xiphias gladius Linneo 1758****

Generalita’

La caratteristica fondamentale di questo animale e’ rappresentata da un enorme sviluppo della mascella superiore che si prolunga a forma di un rostro appuntito, a sezione ellittica con i bordi taglienti. La mascella inferiore e’ pure sviluppata, appuntita, ma di lunghezza notevolmente inferiore. Il corpo e’ a sezione cilindrica, piu’ ingrossato anteriormente e piu’ sottile nella parte posteriore. Le pinne dorsali sono due, ben distanziate tra di loro negli adulti e molto ravvicinate negli stadi giovanili; la coda e’ grande, forcuta, a lobi appuntiti; sul peduncolo caudale sono presenti due grandi carene, poste lateralmente; le pinne anali sono due di cui la seconda e’ molto piu’ piccola della prima; le pettorali sono piuttosto lunghe. Il colore dell’animale e’ plumbeo, grigio-ardesia, bruno-violaceo o bruno-rossastro sul dorso; i fianchi sono argentati con riflessi bronzei, il ventre, invece, e’ bianco-sporco. L’animale puo’ raggiungere eccezionalmente la lunghezza totale di 4 metri e toccare anche i 500 kg di peso. Nei nostri mari, pero’, le dimensioni sono molto piu’ modeste.

D1=III/IV-16; D2=3/4; A1=II/III-9; A2=3/5; P=16; C = 4/5-17-4/5

Costumi

Vive per lo piu’ isolato e solo qualche volta in coppia. E’ un animale velocissimo, forse molto piu’ del tonno. Si trova sia in superficie sia a notevoli profondita’, fino a 600 metri. Si nutre di pesci, Calamari e Crostacei planctonici.

Pesca

Si cattura con lunghissimi palangresi galleggianti, innescati con Calamari, con reti da circuizione e talvolta incappa anche nelle tonnare. Una pesca caratteristica si svolge nello Stretto di Messina nel periodo giugno-agosto su particolari imbarcazioni denominate feluche. Si tratta di grosse barche la cui stazza va dalle 10 alle 35 tonnellate con una velocita’ media intorno ai 9 nodi. Oggi alcune imbarcazioni sano dotate di 2 o anche 3 motori capaci di sviluppare una potenza pari a 500 cavalli. A prora, la feluca e’ munita di una passerella metallica, lunga circa 25-30 m su cui alloggia il fiociniere che viene cosi’ a trovarsi sulla perpendicolare del pesce e a tiro di arpione, senza che l’animale percepisca minimamente il rumore delle eliche. Nella parte centrale della barca si eleva un lungo traliccio metallico che puo’ raggiungere a volte anche i 30 m sulla cui sommita’ c’e’ una gabbia che puo’ contenere fino a 4 vedette, di cui una funge anche da timoniere. Le feluche, per una maggiore stabilita’ nel mare, sono munite ai lati della carena di due pinne stabilizzatrici allo scopo di ridurre il rollio, mentre sulla poppa trovano alloggio diverse taniche riempite d’acqua che fungono da zavorra, compensando cosi il peso della passerella metallica e riducendo al minimo i movimenti di beccheggio. Le feluche giornalmente ispezionano un tratto di mare denominato “posta” assegnato dalla locale Capitaneria di porto, per sorteggio, all’inizio della campagna di pesca e ruotano, per legge, da sud a nord nelle riviere della Stretto.

Commestibilita’

Le carni del Pesce spada sono eccellenti. Alcune popolazioni delle regioni meridionali utilizzano a scopo alimentare qualunque parte dell’animale (eccetto la spada): l’occhio, che viene conservato sotto sale o cucinato lesso con una foglia di alloro e condito al piatto con olio e limone; il grasso croccante delle venature ossee della pinna dorsale, che viene mangiato crudo non appena l’animale e’ stato pescato; la nuca, che viene tagliata a fette e arrostita alla griglia; l’intero involucro che contiene le uova che viene generalmente lessato, tagliato a fettine e condito al piatto con olio e limone; la parte grassa della coda che viene conservata sotto sale o cucinata poi a bagnomaria; infine le due parti della pancetta, che si cucinano impanate e fritte a tranci o arrostite intere alla brace. Abbastanza apprezzato e’ anche il suo fegato da cui si ricava un olio ricchissimo di vitamina A.

Distribuzione nei mari d’Italia

E’ diffuso principalmente nello Stretto di Messina ma e’ comune in tutto il Mediterraneo.

Note o curiosita’

Il Pesce spada e’ conosciuto sin dall’antichita’; i Greci lo chiamavano Xiphias mentre i Latini Xiphias gladius. I Romani lo facevano portare in tavola da ministri incoronati di rose e accompagnati dal suono delle tibie. Questo animale e’ capace di raggiungere in pochi istanti profondita’ rilevanti e risalire in pochi secondi in superficie. Nei mesi di aprile-agosto, durante il periodo degli accoppiamenti, si avvicina lungo le coste della Stretto di Messina e in quelle acque la femmina depone fino a 800.000 uova, di forma sferica e trasparenti. La sopravvivenza delle uova e delle larve si aggira intorno al 2% e cio’ dipende dalle condizioni stagionali, dall’inquinamento, dalla voracita’ dei pesci e dagli uccelli marini. Da una coppia di Pesci spada nascono mediamente dagli 8.000 ai 16.000 animali di cui pochi superano l’eta’, giovanile sia per una pesca indiscriminata con reti da circuizione, sia per i palamiti, sia per mancanza di controlli da parte degli organi preposti che dovrebbero proibire la vendita di animali giovani che, secondo le leggi sulla pesca, non dovrebbero essere inferiori a 140 cm di lunghezza totale. A cio’ si unisce anche l’insidia dei numerosi Squali che popolano le nostre acque. Il Pesce spada e’ un animale fiero e battagliero. Esistono sicure testimonianze di attacchi a imbarcazioni perforate dalla sua poderosa spada. Ne1 1967 un esemplare di 89 kg lungo 2,45 metri attacco’ il sommergibile oceanografico Alvin che si trovava ad una profondita’ di 610 metri e vi rimase attaccato con la spada che si era infilata in una giuntura della scafo. I pescatori di Pesce spada, quando avvistano una coppia, catturano prima la femmina, riconoscibile solo per pratica, e poi il maschio. La sua fedelta’ infatti e’ mitica: l’animale segue la sua compagna anche se e’ ferita e per questo suo attaccamento finisce spesso per essere catturato. Una singolare caratteristica del Pesce spada e’ rappresentata dal peso del suo cervello, pari a circa 2 grammi. Esso e’ protetto da un particolare dispositivo, in verita’ abbastanza complicato, che provvede a due funzioni: riscaldare la massa cerebrale e il sangue che la irrora e risparmiare il calore prodotto con il sistema dello scambio contro corrente. II sito di questo dispositivo, che consiste in una massa del peso di circa 50-100 grammi, e situato nell’orbita, annesso a uno dei muscoli oculari, il “retto superiore”. Il funzionamento di questo organo e’ vitale per il Pesce spada. La sua temperatura corporea generale e’ uguale a quella dell’acqua in cui nuota: cio’ significa che, con le sue migrazioni verticali, nello spazio di pochi minuti la temperatura interna del suo corpo subisce sbalzi nell’ordine di 15-20°C. La “stufa biologica” che l’animale porta nelle sue orbite serve per diversi scopi: per prima cosa viene riscaldato il suo mini-cervello, separato dall’impianto di termoregolazione da una sottile membranella, in secondo luogo riscalda il sangue delle arterie che si dirigono al cervello. Il risultato di questo meccanismo e’ che mentre all’esterno l’animale ha una temperatura uguale a quella dell’acqua, al centro della testa e nel cervello la temperatura puo’ essere di 15-20°C piu’ alta del resto del corpo con tutti i vantaggi che cio’ comporta per la sopravvivenza dell’animale ai forti sbalzi di temperatura. E’ parassitato dal Cestode Bothriotaenia plicata., dai Copepodi Chondracanhus cornutus e Branchiella ramosa che si insediano nelle branchie; Pennella crassicornis e Pennella filosa. che si attaccano alla pelle ed infine Philichtkys xiphiae che si instaura nelle cavita’ delle ossa frontali.


Da “Atlante dei pesci dei mari italiani” di Francesco Costa

Nessun commento